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Fondi pubblici, Sara Netanyahu: condanna e patteggiamento

Si contorna di nuovi scenari la vicenda di Sara Netanyahu. La moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu accusata, come è noto, di aver sottratto fondi pubblici, dopo la condanna e il patteggiamento, restituirà appena 12 mila euro. Ma che cosa è successo esattamente?

Sara Netanyahu, patteggiamento sui fondi pubblici: restituirà 12 mila euro

Secondo le indicazioni degli inquirenti, Sara Netanyahu aveva acquistato tonnellate di cibo per la residenza del premier. La faccenda, come noto, è abbastanza controversa e dibattuta. Secondo le accuse, Sara Netanyahu sottrasse fondi pubblici: ma dopo il patteggiamento dovrà restituire appena 12 mila euro e pagare una multa da 2.500.

La vicenda, come detto, è risaputa. Sara Netanyahu, la moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu era stata accusata di aver usato denaro pubblico per fini privati. Con quei soldi avrebbe acquistato tonnellate di cibo spendendo circa 175 mila shekel, vale a dire circa 45 mila euro.

Aggiornamento ore 06,45

Va detto che nella giornata di mercoledì Sara Netanyahu, la moglie del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu accusata di aver usato denaro pubblico per fini privati si era dichiarata colpevole. I lavori tra le parti avevano indicato questa come la strada più ragionevole e presumibile per diverse ragioni.

Secondo quanto sarebbe venuto a galla dalle indagini, con i fondi pubblici la moglie del primo ministro aveva pagato camerieri privati indicati come “addetti alle pulizie” ma poi però ingaggiati, a quanto pare, come lavoratori illegali, senza contratto nella residenza del numero uno israeliano. Proprio come il cuoco: privato ma messo a paga con soldi pubblici.

Netanyahu aveva molte volte sostenuto come le accuse contro la moglie Sara fossero prive di fondamento e dovute a ragioni politiche. Tuttavia, a metà della passata settimana proprio lei aveva deciso di dichiararsi colpevole, anche se di una violazione meno grave di quelle di cui era accusata.

Da qui era arrivato il patteggiamento che le ha evitato il rischio di finire in carcere per un periodo che poteva andare fino agli 8 anni. incarcerata fino a un massimo di otto anni. Ha acconsentito a restituire allo stato 45mila shekel israeliani (un po’ più di 11mila euro) e a pagarne 10mila (2.400 circa) di multa.

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