Funivia Mottarone, battaglia legale tra gli zii su Eitan

Eitan Biran, il bambino di cinque anni unico sopravvissuto nella tragedia della funivia Mottarone nella quale sono morti i genitori, i nonni ed il fratello, è adesso al centro di una battaglia legale tra gli zii per il suo affidamento, con la sorella della mamma che accusa lo sorella del papà del bimbo di “tenerlo in ostaggio in Italia”.  

“TENUTO IN OSTAGGIO IN ITALIA”
 

“Tre mesi fa, la famiglia Peleg ha vissuto un’orribile tragedia – ha detto in una conferenza stampa in Israele il legale di Gali, sorella della mamma di Eitan, che vorrebbe adottare il bimbo – Eitan è stato affidato alle cure della zia Aya (sorella del papà, ndr). Da allora, gli è stato impedito di avere un rapporto stabile (con noi, ndr), viene tenuto in ostaggio, hanno preso il controllo del suo corpo, della sua mente e della sua anima, proprio così, per tenerlo in Italia”. 

“Sono state fatte cose che non avrebbero dovuto essere fatte – ha continuato l’avvocato Ronen Dlayahu – Gali e suo marito Ron chiedono di dare ad Eitan una casa stabile ed accogliente…Il diritto di Eitan è di avere una casa nella quale i suoi genitori avrebbero voluto che crescesse, come ebreo in una scuola ebraica, e non in una scuola cattolica in Italia. Ha il diritto di avere la sua privacy e che il suo denaro sia custodito. Il posto naturale di Eitan è in Israele, ogni momento in cui non è qui è tempo perduto”. 

Durante la conferenza stampa ha preso la parola anche Gali, sorella della mamma del bimbo sopravvissuto all’incidente alla funivia del 9 maggio scorso: “Eitan è stato rapito da una famiglia che non è vicina a lui in alcun modo. Non abbiamo alcuna intenzione di sparire. Non possiamo nasconderci, saremo qui per sempre. Tra qualche anno, chiederà chi fossero i suoi genitori ed è importante per me che veda che noi ci siamo. Ha perso una famiglia, non ha bisogno di perderne un’altra”. “Viene tenuto in ostaggio, prigioniero – ha accusato ancora il marito di Gali, Ron Perry – Non sta bene, vogliamo continuare il percorso dei genitori, abbiamo amore, non abbiamo bisogno di soldi. E’ impensabile che un bambino sia lasciato con una madre che neanche conosceva. Non aveva neanche una sola foto con il bambino prima del disastro..Quella è una famiglia che sta completamente alienando il bambino”. “Aya sta facendo false dichiarazioni – ha concluso il legale – Abbiamo avviato il procedimento per l’adozione”. 

“FRASI SURREALI”
 

Dal canto loro i legali della tutrice Aya Biran Nirko, zia paterna del bimbo, “si dicono sbalorditi per queste surreali dichiarazioni, decisamente inaspettate e fuori contesto”. “La nomina della Dott.ssa Biran Nirko a tutrice di Eitan è stata disposta e confermata dai giudici tutelari competenti. La tutrice si confronta, per quanto dovuto e necessario, con il giudice tutelare per il solo bene di Eitan. Non si comprende sinceramente il perché di tanta acrimonia e falsità”, scrivono in una nota Cristina Pagni, Massimo Sana e Armando Simbari.