Home ATTUALITÀ Galvagna (Vectra Ai): “Intelligenza Artificiale non preclude analisti”

    Galvagna (Vectra Ai): “Intelligenza Artificiale non preclude analisti”

    (Adnkronos) – Servono anche sistemi di Intelligenza Artificiale per combattere un attacco cyber “ma tutto ciò non preclude il lavoro dell’uomo, degli analisti”. A sottolinearlo nel suo intervento al CyberSec 2023 è Massimiliano Galvagna, Country Manager Italy di Vectra Ai.  

    Quello che come Vectra Ai “vogliamo fornire sono prodotti basati sull’Ia e capaci dare una certezza del segnale che stiamo fornendo, Ovvero – ha spiegato Galvagna – se diamo un alert” rispetto ad un attacco in corso “dobbiamo essere sicuri dell’alert”. “Questo non deve e non può precludere l’intervento umano ma gli analisti faranno un intervento più mirato. Cioè grazie a input che diamo di un attacco in corso gli analisti riescono a intervenire in funzione della loro preparazione” ha chiarito il top manager di Vectra Ai.  

    “Se noi diamo immediatamente notizia di attacco in corso, l’analista può intervenire per bloccare ciò che deve essere bloccato, o gestire come procedere perché, a volte, è meglio non bloccare” per non far capire e procedere così “in modo da isolare il perimetro dell’attacco” ha spiegato Galvagna. “Per fare questo bisogna però avere una chiarezza di quello che sta succedendo” ha aggiunto il manager ricordando che quella di Vectra è “una piattaforma matura, sul mercato da 12 anni e arrivata in Italia da 2 anni “. “Effettivamente tutto questo funziona molto bene quando lo facciamo vedere in ambiente demo, in un lab chiuso e costruito ad hoc, ma la parte che ci piace sottolineare è che i nostri clienti sono contenti, perché quello che facciamo riusciamo a mantenerlo” ha scandito Galvagna.  

    “All’interno delle infrastrutture oggi c’è molta più complessità come varie tipi di Cloud e vari sistemi informatici ” e tutto ciò si traduce “in una mole considerevole dati da analizzare e non è pensabile gestire dati solo con una schiera di analisti: il numero è impari”.  

    Galvagna ha sottolineato che servono “molte informazioni da analizzare per capire e rilevare attacco in corso ma, anche se abbiamo tecniche per capire che a breve subiremo un grosso attacco, ci sono solo piccoli segnali e sono quasi in visibili, sono pochi mentre i dati sono una enorme mole”.