Home SPORT CALCIO Gattuso: “Io razzista? Falso, sono vittima dell’odio da tastiera”

Gattuso: “Io razzista? Falso, sono vittima dell’odio da tastiera”

Non è un’estate facile per Gennaro Gattuso. Prima sedotto dalla fiorentina, poi abbandonato per motivi da definire, e di cui ancora non parla. E ancora vicinissimo al passaggio al Tottenham, salvo poi l’insurrezione dei tifosi che ha fatto fare marcia indietro al club inglese. E ora? Aspetta la chiamata giusta, che probabilmente non arriverà entro settembre.

Tutte le panchine più importanti d’Europa hanno trovato padrone, Gattuso è rimasto a secco dopo una buona stagione a Napoli. E sulle polemiche nate dall’addio alla Fiorentina, a Repubblica, risponde così: “Non posso parlare delle commissioni di Mendes e di come sia finita la storia con la Fiorentina. Ma una cosa la posso dire: alleno da otto anni e non ho mai fatto acquistare un assistito di Mendes, né lui me lo ha mai imposto. Neanche una volta. André Silva al Milan e Ghoulam al Napoli c’erano già prima che arrivassi”.

L’allenatore parla ancora dell’amico agente: “Ha tanta esperienza e dà consigli per la mia carriera. Il mercato non spetta a me, ma ai dirigenti. Io sono un allenatore ambizioso: voglio solo giocatori forti e funzionali alla squadra, indipendentemente da chi sia il loro agente”.

Il mancato arrivo al Tottenham è stato voluto dai tifosi del club, che hanno definito Gattuso razzista e omofobo: “Faccio fatica a pensare che questo sia stato il motivo del mio mancato passaggio al Tottenham. Al limite, ai loro tifosi può essere rimasta l’immagine della mia lite con Jordan nel 2011, che allora era il loro viceallenatore. Io razzista, sessista e omofobo? Non è vero, chiedete ai miei ex compagni. Sono solo state travisate alcune mie dichiarazioni”.

Poi conclude: “La mia vicenda insegna che l’odio da tastiera è qualcosa di pericoloso e sottovalutato. Io sono un personaggio pubblico e ho la forza per reagire, ma ci sono molte altre persone che possono non riuscirsi e magari si buttano dalla finestra per debolezza. Cosa aspettiamo a intervenire?”.