General Motors, tagli al personale del 15%

    General Motors ha annunciato che si presterà ad attuare una grossa riorganizzazione all’interno del proprio staff lavorativo. General Motors, una delle più importanti marchi del settore automobilistico statunitense, ha dichiarato ai media che è previsto un taglio del 15% della propria forza lavoro, che corrispondono all’incirca 14.700 posti. Di questi quasi 15mila posti a rischio ne fanno parte almeno 8100 impiegati e 6000 operai di General Motors, che potrebbe chiudere i battenti in cinque stabilimenti situati in Nord America entro la fine del 2019, quattro situati invece negli Stati Uniti e uno in Canada. Chi fermerà la produzione dovrebbero essere gli impianti di Detroit e Warren (Michigan), Lordstown (Ohio) e White Marsh (Maryland), oltre allo stabilimento che si trova a Oshawa, in Canada. Sempre entro la fine dell’anno prossimo è in programma la chiusura di altri due aziende di Gm al di fuori dal Nord America. I tagli al personale dovrebbero far fruttare a General Motors un risparmio di circa 6 miliardi di dollari in spese entro la conclusione del 2020. “Assumiamo queste decisioni mentre l’economia è forte. L’industria sta cambiando molto rapidamente e vogliamo assicurarci di essere ben posizionati”, ha dichiarato l’amministratore delegato di General Motors, Mary Barra, presentando a Detroit il piano di riassesto. “Riteniamo sia appropriato agire mentre la società e forte e l’economia è forte”. Il titolo nel frattempo, nonostante i tagli, ha avuto un’improvvisa impennata alla borsa di Wall Street, in rialzo di ben 4 punti percentuali. Un esempio di come in qualche maniera le misure protezionistiche di Trump stanno funzionando, con i marchi americani più forte che mai sul mercato. Una politica economica, quella statunitense, introdotta dall’attuale amministrazione che prevede agevolazioni fiscali. Ma per quanto riguarda la tutela dei posti di lavoro, la strada da intraprendere è ancora lunga e piena di notevoli e complesse insidie.