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    Gerry Scotti racconta il ricovero: “Vedevo persone intubate come un film di fantascienza”

    Quando gli hanno detto che avrebbe dovuto ricoverarsi è diventato verde. Lo ha raccontato al Corriere della Sera Gerry Scotti, tornato a casa dopo il ricovero causa Covid. Il presentatore ha accusato rima un po’ di febbre, stanchezza, qualche colpo di tosse “una settimana e passa tutto, pensavo”, ha raccontato.

    E invece no, purtroppo, perché le condizioni sono peggiorate, tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale: “Al secondo controllo al Covid Center dell’Humanitas a Rozzano mi è stato consigliato di rimanere lì da loro. Avevo tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas”. Lì è iniziato il calvario, immagini lontane che toccano da vicino.

    “Pensavo ‘perché proprio a me?’”, racconta Gerry Scotti al Corriere della Sera. “Ero in una stanzina, di là c’era la sliding door della vita di tantissime persone. Con due altri pazienti ci strizzavamo l’occhio, dai che ce la fai. Ho appurato che quella era l’ultima porta. Se decidevano di aprire quel varco… Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza. Pregavo per loro invece che pregare per me”.

    Ha toccato tutte le fasi del ricovero, tranne l’ultima: l’intubazione. “Mi hanno fatto indossare il casco salvifico – ricorda – è l’ultimo step indolore della terapia prima che ti intubino. L’avevo visto in tv, letto suoi giornali, mi sembrava fantascienza. Ricordo lo slogan: il casco ti salva la vita. Adesso ho capito bene di che casco si tratta… Poi una mattina hanno girato indietro il letto e mi hanno riportato nella mia stanza”, ha concluso Gerry Scotti.