GERUSALEMME CAPITALE ISRAELIANA: TRUMP SCATENA IL CAOS ED ALLARMA I PALESTINESI

    Annunciando il possibile riconoscimento di Gerusalemme come capitale, il presidente Trump ha letteralmente scatenato l’allarme generale in Israele. La polizia, i servizi interni dello Shin Bet, e il comando centrale militare si sono appositamente riuniti per valutare la situazione, si temono infatti violente proteste – o nuove azioni terroristiche – di lupi solitari. A tal proposito, il dipartimento di Stato Usa ha esortato ufficialmente le ambasciate americane per esortare a rafforzare la propria sicurezza. Questo perché da subito il popolo palestinese ha mostrato la propria rispetto a quanto affermato da Trump, lasciano ipotizzare il rischio di esplosioni di violenza o di attentati, sulla scia delle esortazioni dei vari predicatori religiosi. Diversamente, pur contestando duramente eventuale ipotesi, la leadership palestinese non ha però subillato la piazza a replicare con reazioni violente. Dal canto suo Trump – ha riferito il sito di Haaretz – avrebbe telefonato al leader palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), per spiegare il suo punto di vista. a “decisione” avrà “conseguenze pericolose sul processo di pace e sulla sicurezza e la stabilità della regione e del mondo”, ha dichiarato Mahmoud Abbas, secondo quanto riferito dal portavoce. Il presidente dell’Anp ha ribadito che non può esserci uno Stato palestinese senza Gerusalemme Est come capitale e ha annunciato che continuerà i suoi contatti con i leader mondiali per evitare “azioni inaccettabili”. Intanto proprio domani il Capo della Casa Bianca spiegherà meglio al sua posizione davanti alla National Defense University dove, si vocifera, potrebbe già riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Non a caso, già nel corso della sua campagna elettorale, ’appoggiato’ dall’elettorato evangelico, il Tycoon aveva parlato del trsferimento dell’ambasciata a Gerusalemme. Per quel che riguarda la posizione delle altre nazioni, come riferisce il giornale filogovernativo turco Sabah, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha tenuto a precisare che “Gerusalemme è la linea rossa per tutti i musulmani” e che, l’eventuale riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte dell’Amministrazione Usa,avrebbe come conseguenza la “rottura” delle relazioni fra Damasco e Tel Aviv ma non solo, ha ammonito Erdogan, “Potremmo spingerci fino alla rottura dei rapporti diplomatici con Israele. In Europa se Emmanuel Macron non nasconde la propria preoccupazione (“la questione dello status di Gerusalemme dovrà essere regolata nel quadro dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi”), dalla Germania Sigmar Gabriel, ministro degli Esteri tedesco, ha parlato di una scelta – quella di Trump – “controproducente. Una soluzione del problema di Gerusalemme può essere trovata solo attraverso negoziati diretti tra le due parti – ha affermato Gabriel – Qualunque cosa provochi una escalation della crisi in questa fase è controproducente”. Che si tratti di una “pericolosa la scelta” lo ha ribadito anche Ahmed Abul Gheit, segretario generale della Lega Araba, “una decisione come questa, porrà fine al ruolo statunitense come mediatore credibile nel patrocinare una soluzione tra i palestinesi e la forza d’occupazione israeliana, così come porrà fine a qualsiasi chance concreta di rilanciare un processo politico significativo tra palestinesi e Israele”.
    M.