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Giallini: “Rocco Schiavone, un uomo abbandonato”

“Per Rai1, che è più inclusiva, sarebbe stata una scelta un po’ difficile perché ha una filosofia editoriale diversa da quella di Rai2. Non ho mai pensato che la serie potesse andare sulla rete ammiraglia. E’ il tessuto narrativo della serie che la sposta su Rai2. Il problema non è che Rocco fumi gli spinelli, ma è la complessità della scrittura e della storia. Mi sembra che Schiavone sia un prodotto fatto apposta per Rai2. D’altra parte, la filosofia di Rai Fiction è quella di creare diverse linee di prodotto. Non si può fare solo la fiction per Rai1 e Canale 5″.
Carlo Freccero è entusiasta del successo di ‘Rocco Schiavone’ (giunto alla terza stagione), tiene a sottolinearne la perfetta ubicazione sulla rete Rai da lui diretta. Quanto poi il suo protagonista, aggiunge ancora Freccero, “Adoro Marco Gallini come attore: quando recita nelle commedie romane è un po’ come Totti, è un numero uno. L’astuzia degli scrittori e del produttore è di averlo messo in un luogo diverso dandogli un carattere inedito. E’ nel bianco assoluto opposto a Roma, che è Aosta, e dopo due battute ci si dimentica subito del lato ‘tottesco’ di questo attore formidabile. Dietro al bianco di Aosta, però, si nasconde il marcio della società che sembra linda e pulita ma che è invece un groviglio di tutto. Una società in cui c’è il marcio assoluto”.
A proposito di Schiavone, spiega il suo creatore (lo scrittore Antonio Manzini), dopo aver scoperto il tradimento di Caterina – la collega con la quale era riuscito a costruire un rapporto, dopo la morte della moglie – in questa nuova edizione appare ancora più marcata la sua solitudine interiore: “Rocco è sostanzialmente un uomo depresso, che cerca la morte. E’ sempre più solo, senza speranze. Però ha un cuore che pulsa ancora. La solitudine è un leit-motiv delle storie di Rocco e anche delle persone che sono accanto a lui. Ma è un po’ il leit-motiv dell’uomo moderno negli anni 2000: un’isola che vive in arcipelaghi difficilmente visitabili”.
Quanto a lui, il protagonista, Giallini ammette che “è abbandonato, semplicemente malinconico, perché la malinconia fa parte dell’essere umano, non è proprio un allegrone ed è per questo che piace. Perché deve essere allegro? Perché ad esempio non deve fumare? Ma cosa volete? Più è malinconico e più fuma. E’ un bel personaggio, non ho sentito tutto questo cambiamento rispetto a prima. D’altra parte, io fumo. E non è una battuta, magari lo fosse, altrimenti camperei di più. Io fumo davvero, fumo per fumà”.
Al via domani sera in prima serata, aggiunge la direttrice di Ra-Fiction, Eleonora Andreatta,
E’ con queste parole che l’attore romano Marco Giallini, aprendosi anche a ‘confessioni’ personali, descrive il ‘suo’ Rocco Schiavone che torna su Rai2 per la terza stagione dal 2 ottobre. Questa fiction è la dimostrazione di come la Rai produca delle serie che in termini di complessità e di rottura degli schemi consueti sono al livello della grande produzione internazionale anche europea. Questa linea editoriale ci permette di recuperare il pubblico abituato a una serialità più internazionale e più sofistica e il pubblico giovane”
Dopo aver rivelato che la serie tv “è stata comprata dagli Stati Uniti Stati (da Starz), e dalla tedesca Ard, Schiavone è stato comprato anche da Amazon Prime Video Schiavone, ha detto Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction,
Con la regia di Simone Spada, tratta dai romanzi Antonio Manzini pubblicati da Sellerio, riparte dalla conclusione drammatica dell’edizione precedente.
Max