Home ATTUALITÀ Giletti: “Boniperti, Maradona e lo scaricabarile di Agnelli”

    Giletti: “Boniperti, Maradona e lo scaricabarile di Agnelli”

    Massimo Giletti smentisce parlando con l’Adnkronos la “sciocchezza” che, secondo Gianni Agnelli, fece Giampiero Boniperti non volendo consigliare all’Avvocato l’acquisto di Maradona. “L’intervista a Mixer di Agnelli, in cui il presidente della Juventus racconta del proprio colloquio con Boniperti riguardo l’opportunità di prendere in considerazione ‘un giovane che ha delle doti eccezionali’ fu il classico scaricabarile”, dice Giletti. Nell’intervista dell’84 con Gianni Minoli, Agnelli raccontava di aver indicato a Boniperti il nome di Maradona e che questi rispondesse: “Questo nome che mi sembra una bestemmia… non mi stia a scocciare… Se fosse qualcuno lo saprei”. Invece, afferma Giletti che con Minoli ha collaborato per diversi anni a Mixer, “Boniperti mi disse che le cose non andarono affatto così e che l’Avvocato scaricò la responsabilità su di lui, ma in realtà si trattava di una questione di costi evidentemente troppo alti”. 

    “Di Giampiero Boniperti – continua – ho un ricordo nitido: era amico dei miei genitori e io avevo 8 anni. Mi sembra fosse Juve-Palermo. Mi prese per mano e mi portò negli spogliatoi del vecchio Stadio Comunale di Torino per farmi conoscere i giocatori della Juventus. Erano dei giganti ai miei occhi di bambino. C’era Haller, con i suoi capelli biondi, e tutti gli altri campioni della fine degli anni ‘60”, spiega all’Adnkronos del proprio “ricordo mitico” del presidente onorario della Juventus, scomparso nella notte per arresto cardiaco. “Ogni volta che andavo a Torino lo chiamavo – prosegue il giornalista –. Per me era una leggenda già quando ero piccolo ed è stato una leggenda ancora prima di andarsene. Come presidente ci ha fatto vincere tanto, è stato un amministratore d’altri tempi, che sposò la fede calcistica con il lavoro”.  

    Giletti parla poi del temperamento di Boniperti: “Si emozionava ogni volta che la Juve era in campo e non riusciva a reggere per tutti i 90 minuti: durante il secondo tempo se ne doveva andare, diceva ‘non ce la faccio a guardare tutta la partita’ e si andava a chiudere in macchina ad ascoltare la cronaca alla radio”.