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Gina Lollobrigida ‘plagiata’ dal manager

Una storia amara resa ancora più triste dal fatto che ha per protagonista colei che per molti anni è stata il ‘sogno impossibile‘ di molti uomini, e una star da emulare per altrettante donne. Una vicenda complicata, come tutte quelle che finiscono per passare attraverso un’aula di Giustizia, quella di Gina Lollobrigida, ex icona della cinematografia italiana e non, ed oggi 90enne.
All’origine della contesa, qualche anno fa, l’irruzione nella vita dell’attrice, dell’allora 24enne Andrea Piazzolla assunto alle dipendenze della star come tuttofare. Non conosciamo i dettagli del rapporto tra l’attrice ed il giovane ed ogni illazione sarebbe soltanto una cattiverai gratuita, dobbiamo quindi rimetterci ai fatti, così come sono stati riportati da Milko Skofic – figlio di Gina – e da Dimitri – il nipote – che hanno accusato Piazzola di aver ‘circuito‘ la Lollobrigida isolandola da tutti per trarne vantaggi personali. Secondo i due i fatti sono abbastanza evidenti: mentre loro sono stati praticamente cacciati dalla dependance della villa di famiglia sull’Appia, il giovane tuttofare sarebbe invece divenuto amministratore della Vissi d’arte Srl (società che gestisce il ‘tesoro’ dell’attrice), attraverso la quale avrebbe anche proceduto alla vendita – milionaria – di alcuni appartamenti della Lollo nel centro di Roma.
Accuse pesanti culminate, da parte dei due parenti stretti, nella richiesta di perizia psichiatrica, convinti che la ‘Bersagliera’ sia stata plagiata dall’oggi 32enne ‘tuttofare’. La prima ha avuto luogo nel 2014, ed ha stabilito che l’attrice era sana di mente mentre, quella dello scorso novembre, come hanno riportato giornali ed agenzie di stampa “è sana di mente, ma ha dei tratti narcisistico persecutori che la rendono raggirabile”, in poche parole Gina potrebbe rendersi vulnerabile se debitamente e furbamente adulata.

Gina Lollobrigida: coi miei soldi faccio quello che voglio

Dal canto suo, raggiunta qualche tempo fa dal cronista del Corriere della sera, la Lollo aveva tenuto a ribadire che “sono lucidissima e coi miei soldi faccio quello che voglio”, quanto poi alle accuse mossegli dal figlio, l’attrice (che aveva anche affermato “in Italia le leggi sull’eredità andrebbero cambiate”), replicò: “Il mio rapporto con mio figlio si è fermato da anni e non per colpa mia. Io l’ho sempre aiutato, ma lui preferisce farsi consigliare male, in particolare dall’ex moglie. Non è Andrea che lo tiene lontano, sono io. Con me, c’è Andrea, perché Milko non c’è. Mio figlio non ha mai accettato di lavorare con me. Tutte le volte che sono andata in America, gli ho chiesto di accompagnarmi e di aiutarmi perché parla le lingue e non è mai venuto. Mi ha sempre lasciata sola“. Insomma per lei Andrea è soltanto un valido e paziente collaboratore che merita la fiducia che ha: “Non consento a nessuno di questuare le mie scelte nella gestione degli affari. La vita è mia, lavoro da quando ho diciotto anni e ho sempre badato a me stessa. In passato mi sono fidata di fiscalisti e commercialisti. E non è vero che sono isolata, produrrò in tribunale molte testimonianze di persone importanti che dimostrano che ho ancora una vita attiva. Esco quando voglio e, se è bel tempo, prendo l’elicottero e vado in Sardegna o a Ravello”.
Fatto sta che oggi la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Andrea Piazzola, accusandolo di ‘circonvenzione di incapace‘ in relazione agli ani compresi tra il 2013 ed il 2018.
Come dicevamo una vicenda amara il cui finale (speriamo tra 100 anni), si prevede ancora più indegno in quanto, ‘nella partita’, il giorno in cui la Lollo diverrà una stella tra le stelle, subentrerà anche Javier Rigau, lo spagnolo tenebroso che Gina affermò di aver sposato senza rendersene conto, addirittura per procura, attraverso un raggiro. Tesi poi smentita sia dal tribunale iberico che da quello nostrano, i quali hanno riconosciuto la validità del rito, seppure in soli termini religiosi. Ebbene, anche il marito spagnolo ce l’ha con Piazzolla, reo di aver convinto la Lollo a ripudiarlo…
Max

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Max Tamanti