Home ATTUALITÀ Giornalisti, indagato per aver chiesto un’intervista: archiviazione per Leoni

    Giornalisti, indagato per aver chiesto un’intervista: archiviazione per Leoni

    “Non abbiamo ancora le motivazioni ma tutto è stato archiviato: evidentemente, come era prevedibile, non è emerso alcun elemento idoneo dell’accusa su possibili intrusioni del mio assistito sul cellulare del presidente della Corte d’Assise di Bologna Michele Leoni”. Lo dice all’Adnkronos l’avvocato Paolo Palleschi, difensore del giornalista del Secolo d’Italia Silvio Leoni, commentando la notizia dell’archiviazione del caso riguardante il suo assistito.  

    INDAGATO DOPO UNA TELEFONATA AL GIUDICE – Leoni era stato indagato dalla procura di Ancona per minacce aggravate e accesso abusivo ad un sistema informatico – con tanto di perquisizione e sequestro del cellulare – dopo aver telefonato al presidente della Corte d’Assise di Bologna Michele Leoni chiedendogli un’intervista sul processo riguardante la strage di Bologna. Un mese dopo, gli era stato notificato un avviso di garanzia dai carabinieri di Bologna, su delega della magistratura di Ancona. 

    IL DIFENSORE: VICENDA ABBIA GIUSTA RILEVANZA – “Mi auguro che questa archiviazione – prosegue l’avvocato Palleschi – abbia il giusto peso sugli organi di informazione, che ci si possa focalizzare sulla vicenda… Un giornalista è finito sotto inchiesta per aver provato ad avere un’intervista su un tema cui ha lavorato per decenni, accusato di hackeraggio per avere acquisito furtivamente il numero di telefono di Leoni. E poi l’accusa gravissima di aver minacciato lo stesso turbando dell’esercizio delle sue funzioni. Per fortuna il gip ha accolto la nostra richiesta di archiviazione. Evidentemente non c’era trippa per gatti”. 

    IL GIORNALISTA: “VOGLIO LE SCUSE PUBBLICHE” – “Ora che tutto è stato archiviato, pretendo le scuse pubbliche dal pm che ha preso una cantonata e si è ostinata a continuare su quella strada, cercando di dimostrare, a tutti i costi, contatti sul mio cellulare con la destra eversiva, quando il mio primo numero in rubrica è di Alberto Franceschini, tra i fondatori delle Br. Credo che a volte uno dovrebbe evitare di lavorare con il pregiudizio”, dice all’Adnkronos il giornalista del Secolo d’Italia Silvio Leoni.