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“Gli omosessuali non sono peccatori”, don Giulio Mignani imbarazza la Congregazione della Fede

Sui social è seguitissimo, il suo gesto, per taluni ‘blasfemo’, ha aperto una vera e propria ‘scissione’ tra i pastori, rilanciando ‘l’annoso’ tema della Chiesa rispetto all’omosessualità.

Lui è don Giulio Mignani, parroco 50enne nel pittoresco abitato marino di Bonassola (Levante Ligure) che, nel corso della celebrazione della domenica della Palme, ha tenuto un’omelia inaspettata, che in altri tempi gli avrebbe fruttato l’immediata ed orribile morte in cima alla pira per rogo. Invece il ‘Don’ ha addirittura scatenato gli applausi dei suoi fedeli, affermando che se la Chiesa vieta la benedizione a coppie dello stesso sesso, che senso ha benedire allora “dei ramoscelli d’olivo?”. Apriti cielo!

La protesta di Don Giulio: “Solo un prete di provincia, che ha detto quello che pensava”

Una forte presa di posizione rispetto al ‘discutibilissimodocumento che la Congregazione della Fede ha emanato lo scorso 15 marzo dove, per l’appunto, viene proibito ai sacerdoti di benedire le coppie gay.

Nell’arco di poche ore il gesto e le affermazioni di Don Giulio Mignani sono rimbalzate su tutti i media e, soprattutto, sui social. Tuttavia, benché improvvisamente salito agli onori delle cronache (come ha riferito in una recente intervista rilasciata al ‘Corsera’), pur riconoscendo di essere “un prete da fughe in avanti”, il parroco ligure non si è montato la testa, continuando a dichiararsi “un prete di provincia, che ha detto quello che pensava, ovvero che le persone vengono prima della legge e che le persone omosessuali sono già benedette da Dio, prima che dalla Chiesa”.

La protesta di Don Giulio: “Sono fiducioso, le rivoluzioni partono dal basso”

Quindi dopo aver rimarcato in più occasioni che “Gli omosessuali non sono peccatori”, e che ha scelto di indossare l’abito talare “per dedicare la mia vita all’insegnamento di Gesù e Gesù metteva le persone prima della legge, non aveva paura ad avere comportamenti che per i benpensanti dell’epoca erano scandalosi”, ora il prelato si trova sì – in senso benevolo – al centro dell’attenzione generale ma, allo stesso tempo, è invece ‘attenzionato’ dai suoi superiori. Ma lui non ha paura: “Sono fiducioso, le rivoluzioni partono dal basso – ripete sereno – Non bisogna avere paura delle proprie posizioni. La Chiesa è una comunità. Ma a volte ho l’impressione che si faccia di tutto per allontanare le persone anziché avvicinarle”.

La protesta di Don Giulio: ecco il suo intervento di stamane ai microfoni di RadioRoma

Concetti che Don Giulio ha tenuto a ribadire anche stamane intervenendo in collegamento telefonico con RadioRoma, dove è intervenuto telefonicamente nello spazio condotto da Andrea Candelaresi.

Alleghiamo il podcast della puntata di ‘Primo Mattino’ dove, oltre alla vicenda del battagliero parroco di Bonassola, si è anche parlato della visita del premier Draghi in Libia, e delle proteste degli esercenti davanti a Montecitorio.

PRIMO MATTINO – Puntata del 07/04/2021

Max