GLI SMARTPHONE ANDROID ECONOMICI CINESI SONO INFETTATI DAL TERRIBILE VIRUS TRIADA

    In realtà la sua scoperta risale al marzo 2016, il trojan Triada è sicuramente uno dei più pericolosi malware (o virus) per dispositivi mobili Android mai rilevati in-the-wild (ovvero, al di fuori delle simulazione controllate, effettuate nei in laboratori). Come spiegano infatti gli esperti, “Una volta lanciato sul dispositivo della vittima, Triada ottiene i privilegi di root e installa una backdoor. Dopo aver preso il controllo, sfrutta il processo Zygote del sistema operativo Android per eseguire il proprio codice nel contesto di tutte le applicazioni in esecuzione, svolgendo svariate attività malevole all’insaputa dell’utente. Questo trojan è in grado tra le altre cose di scaricare, installare e lanciare altre applicazioni”. Ora la ’storiaccia’ è data dal fatto che al momento (ma sarebbero molti di più), sono più di 40 i modelli di smartphone Android economici di produzione cinese infettati dal trojan Triada. Al momento i ricercatori hanno rilevato la presenza di Triada presente nel firmware dei seguenti dispositivi: Leagoo M5, Leagoo M5 Plus, Leagoo M5 Edge, Leagoo M8, Leagoo M8 Pro, Leagoo Z5C, Leagoo T1 Plus, Leagoo Z3C, Leagoo Z1C, Leagoo M9, ARK Benefit M8, Zopo Speed 7 Plus, UHANS A101, Doogee X5 Max, Doogee X5 Max Pro, Doogee Shoot 1, Doogee Shoot 2, Tecno W2, Homtom HT16, Umi London, Kiano Elegance 5.1, iLife Fivo Lite, Mito A39, Vertex Impress InTouch 4G, Vertex Impress Genius, myPhone Hammer Energy, Advan S5E NXT, Advan S4Z, Advan i5E, STF AERIAL PLUS, STF JOY PRO, Tesla SP6.2, Cubot Rainbow, EXTREME 7, Haier T51, Cherry Mobile Flare S5, Cherry Mobile Flare J2S, Cherry Mobile Flare P1, NOA H6, Pelitt T1 PLUS, Prestigio Grace M5 LTE, BQ 5510. Tuttavia, come dicevamo, “I ricercatori ritengono che l’elenco dei dispositivi infetti potrebbe essere molto più ampio”. A quanti posseggono uno dei modelli sopra menzionati, gli esperti informatici raccomandato di effettuare “una scansione approfondita del proprio dispositivo con una soluzione antivirus aggiornata”. A scoprirlo, sono stati i ricercatori di sicurezza di ’Dr. Web’ i quali, come hanno poi riferito a loro volta gli esperti del ’Cert – Computer emergency response team’, indagando sulla fonte del malware sono risaliti ad una società di sviluppo software di Shanghai, tra l’altro partner di diversi produttori di smartphone cinesi, la quale “avrebbe fornito una delle proprie applicazioni da includere nel sistema operativo dei dispositivi, assieme ad istruzioni su come aggiungere codice di terze parti alle librerie di sistema prima della loro compilazione. Richieste che non sarebbero apparse come sospette agli occhi dei produttori, aprendo così la strada alle numerose infezioni rilevate dai ricercatori”. Purtroppo i dispositivi Android presenti negli smartphone economici non è la prima volta che incappano in tali virus: “La variante più recente scoperta da ’Dr. Web’ – battezzata Android.Triada.231 – non viene distribuita dai cybercriminali come applicazione separata ma viene iniettata direttamente nella libreria di sistema libandroid_runtime.so. Conseguenza, il malware viene incorporato nel firmware durante la fase di produzione e i dispositivi vengono consegnati già infetti agli acquirenti”.
    M.