GOOGLE, TROVATO ACCORDO CON FISCO ITALIANO di Francesco Paro

 

Google ha trovato un accordo con il fisco italiano, pagherà 320 milioni di euro di tasse su 800 che riconosce come imponibile prodotto in Italia in 5 anni. Una notizia inaspettata, in quanto al colosso del web non sarebbero mancate le armi per fare resistenza ad oltranza. E invece all’esito di una riunione tra penalisti, tributaristi, magistrati e Gdf, l’intesa raggiunta ha evidenziato che nella multinazionale ha pesato una sorta di diplomazia della distensione, ovvero la volontà dei giganti dell’economia di ridurre contenziosi e attriti con gli Stati. Difatti le multinazionali come Google, vengono quasi assimilate dallo Stato per le proprie dimensioni economiche. Google, come molti altri web company, produce in Italia molti utili sui quali però paga la maggior parte delle tasse in altri paesi, più privilegiati dal punto di vista fiscale. Pm e Gdf hanno svolto una pignola istruttoria sui clienti pubblicitari italiani di Google, documentando che se il servizio era pensato e svolto in Italia, fatture e pagamenti venivano indirizzati sulla Google irlandese, la quale girava i soldi sulla Google olandese sotto forma di royalties per i marchi e licenze, che poi prendevano la strada di un’altra società irlandese, controllante l’iniziale Google irlandese, che a sua volta veniva controllata da altre due diramazioni della multinazionale soggette ad imposizione fiscale alle Bermuda. Google Italia si è orientato ad un accertamento per adesione attorno ai 160 milioni l’anno di imponibile dal 2008 al 2013. Il saldo stima che tra Ires, Irap, sanzioni ed interessi, Google dovrà pagare il 40% degli 800 milioni di imponibile in 5 anni e cioè circa 320 milioni. Una portavoce di Google ha specificato che :”La notizia non è vera, non c’è l’accordo. Continuiamo a cooperare con le autorità fiscali”. Afferma lo stesso anche la Procura di Milano che in un comunicato a firma del procuratore Edomondo Bruti Liberati spiega che : “E’ stato intrapreso il contradditorio con i rappresentanti del gruppo Google e che allo stato delle attività di controllo non sono state perfezionate intese con la società, che si è riservata di fornire dati ed elementi che consentano di quantificare la redditività in Italia delle proprie attività economiche. All’esito saranno tratte le valutazioni conclusive sia sotto il profilo fiscale che sotto il profilo della quantificazione penale”.  In realtà l’accordo che i legali di Google hanno raggiunto la settimana scorsa dopo una riunione in Procura a Milano con i pm dell’inchiesta, il procuratore aggiunto Francesco Greco e gli inquirenti della Gdf, prevede che la compagnia americana formalizzi la settimana prossima l’istanza di adesione all’Agenzia delle entrate.