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Governo, aspettando che Draghi salga sul Colle, è scattato il ‘toto-ministri’: quanti ‘tecnici’?

In questi minuti, mentre stiamo scrivendo, a Palazzo Chigi sin corso il Cdm dedicato alla ‘colorazione’ delle Regioni, ma l’attenzione generale è dedicata alla, quasi certa salita di Draghi al Quirinale, per sottoporre al Presidente Mattarella, la lista dei ministri da lui designati.

Chi saranno questi ultimi? Quali ‘volti nuovi’ eventualmente conosceremo e, soprattutto come saranno ripartite le rispettive ‘appartenenze politiche’?

Al momento, tra i pochi elementi ritenuti attendibili, risalta la probabilità che il Professore abbia pensato ad un team ‘equilibrato’, i termini di pari opportunità. 

Analizzando i ‘papabili’ per ciascun partito,

per il Pd si scommette sui nomi di Andrea Orlando, Dario Franceschini, e Lorenzo Guerini (ma se venisse rispettato il 50%, è lecito pensare anche a Roberta Pinotti, o a Debora Serracchiani).

Il M5s, che tanto per mancare che sta vivendo l’ennesimo ‘dramma interiore’, si può tentare di immaginare figure ‘neutre’ come quelle di Stefano Patuanelli, e di Fabiana Dadone, anche se più di qualcuno indica anche Virginia Raggi, che però difficilmente sarebbe disposta a rinunciare al bis da sindaca. C’è anche chi indica il nome di Riccardo Fraccaro, ma per lo Sport.

Dal canto suo Forza Italia ha diverse ‘opzioni’, come lo stesso Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Maria Stella Gelmini, o Renato Brunetta.

Nella Lega i favoriti sono invece Giulia Bongiorno e Giancarlo Giorgetti.

Da Italia Viva, dove è stato più volte ribadito di non essere interessati alle poltrone, quello di Teresa Bellanova è un nome ancora da spendere.

E se la Bonino potrebbe ‘tranquillamente’ essere chiamata in ‘rappresentanza’ dei partiti minori, dovrebbe invece restare saldo alla sua poltrona il ministro per la Salute, Roberto Speranza (Leu).

E’ tuttavia abbastanza ‘corposa’ anche la lista relativa ai cosiddetti ‘tecnici’, dove sarebbero allineati nomi di Livio de Santoli (prorettore della Sapienza esperto di sostenibilità), e quello dell’ex ministro Enrico Giovannini, entrambi in ‘pole’ per l’eventuale  ministero della Transizione ecologica, per altro proposto dal M5s che, a sorpresa, potrebbe proporre lo stesso Giuseppe Conte.

Settore ‘sensibile’ a caro a Draghi invece, quello dei ministeri economici ai quali, ragionevolmente, potrebbero venir destinati  Daniele Franco (il favorito), Luigi Federico Signorini (Bankitalia), o Lucrezia Reichlin (economista), come anche Ernesto Maria Ruffini (Agenzia delle Entrate), Ignazio Angeloni (Vigilanza Bce), o Dario Scannapieco (Bei).

Curiosità anche per quanto riguarda la Farnesina, dove c’è la ‘condivisa’ Elisabetta Belloni, attualmente segretario generale del ministero degli Esteri. Tuttavia, ‘disarcionare’ proprio ora Di Maio (che pure se lo merita), non è una mossa scontata.

E se come si ripete da giorni nei corridoi, per la Lamorgese potrebbe non cambiare nulla (all’Interno’), Marta Cartabia sarebbe ritenuta ‘l’idea migliore per la Giustizia.

Altro ‘valzer di poltrone’, alla Difesa, con Guerini che ‘premiato’ dalla delega ai Sevizi’, aprirebbe una strada all’ex capo di stato maggiore della Difesa, il Gen, Claudio Graziano.

Dicevamo prima a proposito del ministero della Sanità che, ‘sulla carta’, vedrebbe riconfermato Speranza. Tuttavia, non bisogna sottovalutare la figura del direttore del governo clinico del Gemelli (e preside della Facoltà di Medicina della Cattolica di Roma), Rocco Bellantone il quale – prestgioso curriculum medico a parte – ha dato un saggio anche delle sue eccellenti capacità manageriali, trasformando in appena un paio di settimane l’Hotel Columbus in un Covid Hospital (ora Columbus Gemelli, da lui diretto), da 350 posti letto.

Infine, ma non per importanza, c’è poi da ‘capire’ come comportarsi nei confronti dell’attuale Commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, ‘esageratamente’ esposto a più responsabilità (per altro ‘sensibili’). Un argomento delicato, perché direttamente legato alla campagna vaccinale, che deve assolutamente ‘accelerare’ quando prima. Dunque più che una sostituzione (che molti partiti invece auspicano), potrebbe palesarsi un ‘affiancamento’ da parte di un manager di provate capacità, che in tanti hanno identificato in Guido Bertolaso.

Fin qui i ‘rumors’, le eventualità ‘pensate’ dai frequentatori e dai protagonisti della politica. Anche se, visto l’aspetto molto più tecnico che non politico di Mario Draghi, si trascura quel ‘fattore X’ che lo caratterizza e che ne ha fatto una figura di grande caratura internazionale. Dunque, per non farci trovare impreparati, è bene anche aspettarci tutt’altri nomi ed incarichi…

Max