Grecia al referendum: in caso di sì dimissioni dell’esecutivo di Pietro Cataleta

La situazione economica greca, nel corso di questi ultimi giorni, è l’argomento che tiene sulle spine migliaia di economisti e borse internazionali. Domenica prossima il popolo ellenico si vedrà chiamato alle urne per accettare o meno il piano di salvataggio proposto dai creditori internazionali. Nella giornata di oggi il capo del governo, Alexis Tsipras, ha rifiutato la proposta in extremis da parte del presidente della commissione europea Juncker prima dello scadere del piano aiuti previsto per la mezzanotte di oggi. Dopo la giornata di ieri, che ha visto numerosi perdite da parte di tutti i mercati mondiali, la Grecia si prepara all’ardua decisione. Il premier ellenico ha comunicato che voterà no al referendum e ha chiesto lo stesso ai cittadini, “così che uniti come nazione potremmo mandare un forte segnale per riaprire le trattative” in caso di vittoria del si invece presenterà le dimissioni “rispetterò il voto ma non sarò io a fare i tagli richiesti”. Atene propone ai creditori un taglio del debito in un nuovo piano di aiuti di due anni, ma dalla Germania si manifesta un fermo rifiuto per un terzo salvataggio e una eventuale apertura solo dopo il referendum. La chiamata alle urne potrebbe essere combattuta date le numerose persone accorse tra oggi e ieri nella capitale sia per l’appoggio a governo e al no sia per l’appoggio del sì. La situazione ellenica è in ogni caso molto particolare e proprio per questo il capo del governo avrebbe passato la decisione ai cittadini che dai sondaggi fanno sapere chiaramente di voler rimanere in Europa. I possibili scenari in caso di uscita dall’eurozona sono in queste ore argomenti di dibattito da parte di economisti di tutto il mondo, il ritorno alla dracma sarebbe da considerarsi assai rischioso data la svalutazione che infierirebbe sull’importazione. Insomma a breve termine ci potrebbero essere gravi ripercussioni ciò non toglie che a lungo termine una ripresa concreta e una apertura a investitori privati non sono da escludere. Il premio nobel Paul Krugman si è complimentato per la scelta di Alexis Tsipras e ha dichiarato “spingerlo fino a questo punto è stata una follia”. Durante la giornata numerose dichiarazioni si sono susseguite, in primo luogo il premier italiano Matteo Renzi che ha subito rassicurato che l’Italia non corre rischi da un possibile default greco, poi successivamente il segretario Ban ki-Moon lancia un appello ai protagonisti della trattativa “qualsiasi accordo prevedrà compromessi da entrambe le parti”, dichiarazione riaffermata da presidente Usa Barak Obama “continuare a trattare per una soluzione”.