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    Green pass e negozi esenti, chi rischia la zona arancione: cosa succede in Italia

    E’ slittata a oggi la firma del premier Mario Draghi al Dpcm con la lista dei negozi dove non sarà obbligatorio avere il green pass base dall’1 febbraio. Il rinvio, hanno spiegato ieri fonti di Palazzo Chigi, è dovuto ad alcune limature da apportare al testo. C’è inoltre attesa per i nuovi dati del monitoraggio Iss sulla situazione Covid in Italia che potrebbero determinare da lunedì il passaggio dalla zona gialla alla zona arancione di alcune Regioni. Tra queste il Piemonte, “ma si attende la valutazione definitiva e ufficiale da parte della Cabina di regia ministeriale” ha fatto sapere la Regione. A pesare l’impatto della variante Omicron nel Paese e i ricoveri in area medica e terapia intensiva. Ieri in Italia si sono registrati 188.797 nuovi contagi da coronavirus e altri 385 morti. 

    “Nonostante un quadro complessivo che dimostra sia nella diffusione del virus che nel numero di nuove ospedalizzazioni una situazione in costante miglioramento, il Piemonte ha superato in piccolissima percentuale (0,3%) uno dei parametri per il passaggio in arancione e su questo ha inciso evidentemente il ricovero delle persone non vaccinate, che continuano a occupare i 2/3 delle nostre terapie intensive e più della metà dei posti letto ordinari, ponendo il Piemonte così come altre regioni in Italia sopra la soglia di allerta – hanno spiegato il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – è bene però precisare che l’ingresso in zona arancione per le persone vaccinate non porterà nessuna privazione e ulteriori restrizioni nelle loro attività quotidiane e nella loro socialità”. 

    Continua intanto il dibattito sul sistema dei colori, con le Regioni che chiedono di superare totalmente questo meccanismo o limitarsi al solo mantenimento della zona rossa. “Oggi con l’estensione del green pass sostanzialmente superiamo quella che era una divisione a colori che introduceva limitazioni generalizzate per tutti i cittadini. E’ iniziato questo percorso con le Regioni e confido che nelle prossime settimana si possa arrivare ad una condivisione. Ferma restando la zona rossa, per le altre zone, credo che il sistema del green pass sia più puntuale” ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ospite di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio 1. 

    In Valle d’Aosta, da una settimana in zona arancione, “i dati di questa settimana collocherebbero la Regione in zona gialla e allontanano il pericolo di finire in zona rossa. Il passaggio in arancione, legato a pochi casi, ha causato un grave danno d’immagine alla Regione: questo in una stagione cruciale per noi e per tutto il settore del turismo invernale, che ha messo in campo un grande lavoro di preparazione e grandi attenzioni. Questo altalenare di situazioni, legato ai piccoli numeri della nostra Regione, è un segno di come sia necessario rivedere nel complesso il sistema delle regole e andare verso un superamento delle zone di rischio come inteso finora” ha detto all’Adnkronos Erik Lavevaz, presidente della Valle d’Aosta. ”Andiamo verso una convivenza con il virus, che possiamo affrontare con l’esperienza accumulata fin qui e con lo strumento imprescindibile della vaccinazione”, ha sottolineato ancora Lavevaz. 

    CONTAGI E DECESSI – Nella settimana 12-18 gennaio, rispetto alla precedente, emerge “una stabilizzazione dei nuovi casi a quota 1,2 milioni e un aumento delle ospedalizzazioni (+2.381) dei pazienti in area medica e in terapia intensiva (+38). Frena dunque l’incremento dei casi (+3%), ma i decessi aumentano del 49,7% in 7 giorni”. E’ quanto rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. “Una frenata nazionale della curva che risente di situazioni regionali molto diverse”, commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Nel dettaglio della crescita dei decessi, dal report emerge che sono “2.266 negli ultimi 7 giorni (di cui 158 riferiti a periodi precedenti), con una media di 324 al giorno rispetto ai 216 della settimana precedente”.  

    “Resta alta la pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi sanitari della Fondazione Gimbe – in cui i posti letto occupati da pazienti Covid continuano ad aumentare, seppur più lentamente: rispetto alla settimana precedente +14% in area medica e +2,3% in terapia intensiva”. Al 18 gennaio, “il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti Covid è del 29,8% in area medica e del 17,8% in area critica. Ad eccezione di Molise e Sardegna, tutte le Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Valle d’Aosta che raggiunge il 57,1% – evidenzia il report – ad eccezione di Basilicata e Molise, tutte superano la soglia del 10% in area critica”. 

    “In lieve flessione gli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe – la cui media mobile a 7 giorni scende a 141 ingressi al giorno rispetto ai 146 della settimana precedente”. 

    TERAPIE INTENSIVE – Dal report settimanale dell’Alta scuola di Economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica emergono timidi segnali positivi sul controllo di questa nuova ondata pandemica guidata dalla variante Omicron in Italia: in diminuzione questa settimana gli ingressi di pazienti Covid in terapia intensiva. Negli ultimi sette giorni registrano un lieve miglioramento passando a 1,67 per 100mila abitanti, contro un valore medio nazionale di 1,73 per 100mila registrato la scorsa settimana. Le regioni che hanno evidenziato più ingressi in terapia intensiva durante gli ultimi sette giorni sono la Val d’Aosta (3,23 per 100mila abitanti), il Friuli-Venezia Giulia (2,75 per 100mila) e il Veneto (2,58 per 100mila).  

    Registra un calo anche l’incidenza dei contagi a livello nazionale, che nelle ultime cinque settimane viaggiava ad una velocità media del +130% (che significa oltre il raddoppio dei casi di settimana in settimana), mentre nella settimana appena trascorsa si registra un aumento limitato, del 20%, passando da 1.719 e 1.767 ogni 100mila residenti.  

    “Dopo cinque settimane di trend di forte crescita dei nuovi ingressi in terapia intensiva, che ha portato a più che raddoppiare il valore nazionale settimanale passando da 0,83 per 100.000 abitanti a 1,73 per 100mila abitanti, finalmente nell’ultima settimana pare affievolirsi questo sprint del Covid, registrando una lieve diminuzione del dato che si stabilizza a 1,67 per 100mila abitanti”, afferma Americo Cicchetti, direttore Altems.  

    “Questo dato è un segnale di rallentamento della pressione del Covid-19 sui sistemi sanitari – continua Cicchetti – sebbene si riscontri una variabilità regionale molto importante: infatti, nell’ultima settimana, la Valle d’Aosta ha visto un incremento del tasso di saturazione del +11,1% (registrando il valore più alto tra le regioni/Pa), seguita dalla Regione Marche che segna un +3,2%, contrariamente la Pa Trento segna l’alleggerimento minore del tasso di saturazione con una variazione rispetto alla scorsa settimana del -9%, seguita dalla Regione Veneto che segna un -2,7% del tasso di saturazione dei posti letto di Terapia intensiva”. 

    “Questi dati però – avverte – sono ancora preliminari e dobbiamo attendere almeno altre 2-3 settimane per poter affermare con certezza che è stato raggiunto il picco di questa quarta ondata”.