Grillo al Pd: “Dittatura di sbruffoni, ma il dialogo resta aperto”. Renzi: “Beppe, poche chiacchiere”

    Salta l’annunciato incontro tra le delegazioni del Pd e il M5S sulla legge elettorale e Beppe Grillo rispolvera i toni duri, tornando a ’mordere’ il premier, che risponde a breve giro su Twitter: “Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere” scrive Renzi sul social network.

    “Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel #M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla” aggiunge il premier. A stretto giro la risposta di Grillo: “Il M5S non chiude, il dialogo resta aperto”.

    L’attacco di Grillo – “Andiamo verso una dittatura di stampo legale che la maggiore parte di persone magari non avverte – ha attaccato poco prima il leader pentastellato in collegamento telefonico sulla web-tv ’La Cosa’ – perché è condizionata a considerarla pezzo per pezzo, la giustizia, il lavoro, l’Europa, e mentre la guardi nei suoi pezzi si perde la visione globale”.

    La visione globale, per il leader M5S, “è una dittatura fatta da questo ebetino, che è un ebetone pericolosissimo, quindi molto sottovalutato anche da me, e questo mi dispiace, ma andiamo veramente verso una grande criminalità organizzata di stampo democratico”.

    Sbruffoni della democrazia – E ancora: “Il M5S rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo”.

    Per il capogruppo M5S al Senato, Maurizio Buccarella, “quelle di Grillo sono le parole giuste al momento giusto. Noi un tentativo l’abbiamo fatto e la volontà di Renzi si è disvelata per quel che è – dice all’Adnkronos – mantenere gli accordi non pubblici fatti con Berlusconi e il suo entourage. E’ giusto, a questo punto, fermare il confronto”.

    Lo stop voluto dai dem è stato spiegato così: “Riteniamo imprescindibile – si legge in un breve messaggio del capogruppo alla Camera,Roberto Speranza – che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Pd”.

    Il riferimento è alla richiesta ai cinquestelle da parte di alcuni esponenti dem di rispondere con un testo scritto al memorandum in 10 punti su riforme istituzionali e legge elettorale.

    Lo streaming – I cinquestelle, poco prima dell’annuncio del Pd, avevano confermato l’incontro e già predisposto lo streaming. “Quello che a noi spiace è che si è persa un’occasione per gli italiani” ha detto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.

    D’ora in poi noi parliamo solo con Renzi perché gli interlocutori del Pd che sono tra noi e il premier non sono affidabili”, ha sottolineato il vicepresidente della Camera. “Si è mancato di rispetto a cittadini italiani, che si aspettavano un incontro in streaming, cosa che non abbiamo visto con Berlusconi”, ha continuato.

    “La cosa più semplice era sparare a zero. Ma noi manteniamo aperto il canale per sapere cosa vuole fare il Pd e cosa vuole fare delle preferenze” ha puntualizzato il vicepresidente della Camera. Per il M5S elemento fondamentale “sono le preferenze, i cittadini devono poter scegliere e noi vogliamo dal Pd una risposta chiara su questo”.

    “Noi lasciamo sul tavolo il doppio turno, però magari evitiamo che al primo turno si vince con il 37%“, ha detto. “Io credevo che l’obiettivo fosse fare una legge elettorale in 100 giorni e non scriversi in carta bollata per 15 giorni. Se vogliono farla per corrispondenza lo dicano. Questa situazione è paradossale. C’è la volontà di temporeggiare”.

    La replica del Pd alle dichiarazioni di Di Maio non si è fatta attendere. “Nei giorni scorsi più volte abbiamo chiesto al M5S di esplicitare la sua posizione rispetto ai dieci punti proposti, pubblicamente, sulla legge elettorale e sulle riforme. Le abbiamo attese a lungo”, ha detto Guerini. “Ciò che è importante è che il confronto non si esaurisca e da questo punto di vista è chiaro che neanche il Pd intende far saltare il tavolo“.