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Gsk, l’ad Landazabal: ‘Formazione e ricerca, ma anche cultura aziendale fatta di valori’

E’ una delle 25 Top Companies 2021 di Linkedin (dove figura al 12mo posto) e, nella stessa classifica, è la prima tra le aziende farmaceutiche. Gsk Italia, con i suoi 4.300 dipendenti distribuiti su tutto il territorio nazionale, con sedi a Verona, Baranzate, Siena, San Polo di Torrile, Rosia e Aprilia, è una delle eccellenze attive in Italia. Tra i fattori che la classifica di Linkedin prende in considerazione c’è lo sviluppo delle competenze: ossia considera come i dipendenti dell’azienda acquisiscono competenze durante il periodo di assunzione. In un periodo di pandemia, poi, la riqualificazione del personale è particolarmente importante.  

“Lavorano in Gsk professionalità molto differenziate -spiega ad Adnkronos/Labitalia Fabio Landazabal, presidente e ad Gsk Italia- che riflettono la vocazione delle società del gruppo e delle sedi: una vocazione principalmente amministrativa e commerciale per Verona e Baranzate (Mi), manifatturiera per San Polo di Torrile (Pr), Rosia (Si) e Aprilia (Lt), infine scientifica per Siena”.  

Lo sviluppo delle competenze del personale è alla base della politica aziendale di Gsk. “Vogliamo che le nostre persone -afferma Landazabal- continuino a svilupparsi durante tutto il loro percorso in azienda. Ogni dipendente, a qualsiasi livello dell’organizzazione, ha l’opportunità di discutere e concordare un piano di sviluppo con il proprio manager, non necessariamente focalizzato su percorsi di carriera in senso tradizionale, ma anche sull’acquisizione di nuove skill ed esperienze”.  

Una scelta che ha prodotto ottimi risultati, spiega Landazabal: “Sul versante professionale -dice l’ad- i continui investimenti nella ricerca, sviluppo e produzione di nuovi farmaci e vaccini hanno determinato una forte attrattività nei confronti di profili professionali all’avanguardia come nell’area medico-scientifica, in oncoematologia e nelle aree legate alla qualità manufatturiera. Attrattività che va di pari passo con numerose possibilità di crescita professionale, con oltre 350 posizioni di lavoro aperte nel solo 2020, molte di esse coperte attraverso opportunità di sviluppo o job rotation interne”.  

Essere pronti alle sfide future, anche quelle impreviste, significa innovare non solo nei processi produttivi ma anche nel campo della formazione. “Abbiamo disegnato e avviato un programma di formazione digitale per leader di prima linea operanti sul territorio e programmi ad hoc nei siti per manager e addetti, sulla base dei bisogni specifici”, spiega Landazabal. 

Il mondo del lavoro e la sua organizzazione cambiano rapidamente. In Gsk, che fa anche ricerca, la sfida dell’innovazione è stata raccolta da tempo: “L’innovazione in Gsk non è solo ricerca in senso stretto -precisa l’ad- ma anche innovazione industriale, di prodotto, di processo. Le opportunità d’impiego in Gsk Italia e i profili più ricercati sono differenziati in base alle specifiche vocazioni e competenze delle diverse aree di attività. La cultura aziendale è fatta di valori e aspettative e sono queste ultime a rappresentare al meglio le soft skill richieste: coraggio, responsabilità individuale, sviluppo, lavoro di squadra”.  

“Non vanno poi dimenticate le modalità di lavoro. Il lavoro agile era già una realtà in azienda da un paio d’anni, pertanto non ci ha trovati impreparati dal punto di vista delle attitudini, delle competenze, dei processi e delle dotazioni. Una ulteriore evoluzione ha accompagnato il mondo dell’informazione scientifica del farmaco, che ha abbracciato in modo più ampio modalità da remoto, con nuovi strumenti e capabilities”, illustra Landazabal.  

“Anche gli stabilimenti hanno avuto una accelerazione digitale dei processi e hanno introdotto, ad esempio, la realtà aumentata nei processi formativi e industriali”, spiega.  

Investimenti sono stati fatti anche in R&D: “Ad esempio a Siena è in corso di realizzazione uno Smart Lab, un modello avanzato di organizzare il lavoro di ricerca in laboratorio, in chiave collaborativa. Si tratta di un’esperienza unica, la prima di questo genere nella rete globale di ricerca Gsk sui vaccini, su cui sono stati investiti 16 milioni di euro”, conclude.