Henri Cartier-Bresson, l’occhio del novecento – di Marzio Taccetti

    Henri-Cartier-Bresson.jpgA dieci anni dalla morte del grande fotografo, saranno esposte all’Ara Pacis, fino al 25 gennaio, più di 400 tra fotografie, disegni, dipinti, film e documenti, che ripercorrono i periodi che scandiscono la vita di Henri Cartier-Bresson. Scomparso nel 2004, ascrivibile tra i più grandi fotografi dello scorso secolo, è stato un testimone d’eccezione che ha documentato le mille sfaccettature di un mondo che cambiava, attraverso la sua arte e la sua sensibilità. Considerato un dei pionieri del foto-giornalismo, maestro delle leggi di composizione fotografica, la sua grandezza è determinata dalla sua continua ricerca, attraverso la pellicola, di immortalare momenti fugaci e apparentemente insignificanti, ma che diventano nella riproduzione del mondo in bianco e nero, un’inchiesta antropologica e psicologica del mondo che lo circondava. 

    La mostra, una produzione del centre Pompidou di Parigi, ripercorre secondo un ordine cronologico, e grazie alla documentazione cartacea o filmica, l’evoluzione professionale, i viaggi e i grandi eventi a cui è stato presente e in contemporanea illustra, attraverso gl’occhi del fotografo, la storia del ventesimo secolo.

    Dalla fotografia surrealista, al suo abbandono del fotoreportage, nel 1970, passando per i grandi eventi della storia come la guerra civile spagnola, la guerra fredda, il funerale di ghandi, la seconda guerra mondiale e altri ancora, cercando di comporre un’immagine della molteplicità di questo eclettico personaggio. Un appuntamento culturale promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura,Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in cui la storia e l’arte si fondono in un unico uomo, un unico nome, Henri Cartier-Bresson.