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“Ho avversione per Conte, ora solo Draghi può salvare l’Italia”, afferma Calenda

Il rischio è che “Da marzo a fine anno assisteremo allo sgretolamento della Repubblica: la crisi economica esploderà in tutta la sua brutalità, il piano vaccinale non funzionerà e il Recovery plan non lo presenteremo e l’insieme di queste tre cose porterà a una crisi generalizzata. Dall’altra poi abbiamo Salvini e Meloni, anche loro non hanno mai amministrato nulla e allora ricominceremo da capo”.

Ne è convinto il leader di Azione, Carlo Calenda, intervistato dall’agenzia di stampa AdnKonos che, attraverso differenti temi, traccia il profilo di un politico estremamente umano e pragmatico.

Calenda: “Il governo Conte va fermato se si ha la forza per farlo”

Quindi, rispetto alla Maggioranza, il candidato sindaco di Roma, ha le idee abbastanza chiare: “Io penso a un governo di queste forze“, dice riferendosi a parte dei “pentastellatitelle, Pd, Fi e liberali che si riconoscono nell’Europa e nei valori delle democrazie liberali che fanno un governo di bravi amministratori guidato da una grande personalità. Così si salva il paese“, afferma Calenda che aggiunge:

“Questa cosa va fermata se si ha la forza per farlo” ovvero il governo Conte, prosegue. “Se poi il Pd manda avanti Renzi e non dice che vuol fare, se Renzi non si capisce che vuol fare e ogni giorno ne dice una, allora verranno tutti travolti. Sarà il suicidio di massa di una classe politica

Calenda: “Vorrei un governo Draghi con le grandi famiglie democratiche europee”

Altro ‘pallino’, Calenda auspica un governo a guida Mario Draghi: “Io penso a un governo politico, dove ci sono gli amministratori e gli schieramenti che sostengono in Europa la Von der Leyen: un pezzo del M5S meno matto, il Pd, i liberali e Forza Italia perché sono le grandi famiglie politiche europee”.

Calenda: “Ho avversione per Conte, usa la retorica al posto della serietà”

Fin troppo scontato quindi il pensiero del leader di Azione sull’attuale esecutivo: “Ho proprio un’avversione per Giuseppe Conte, ho un’avversione per i trasformisti e per le persone che usano la retorica al posto della serietà. Quindi, per me è non classificato“.

Calenda: “Il governo non saprebbe gestire i fondi del Recovery”

Altro tema sul tavolo, i fondi del Recovey, e Calenda è assolutamente convinto che il governo non sia in grado di gestirli: “Assolutamente, non vedo il governo Conte in grado di farlo ma neanche la classe politica italiana è in grado di fare questo lavoro”.

Calenda: “Renzi? Se anela a un governo Draghi ok, se è per un Conte ter… è da pernacchie”

‘Vecchia amicizia’ e militanza di governo, il rapporto con il suo ex premier: “Renzi? O tu hai chiara l’idea di dove vuoi approdare e allora dici cari signori questo governo non funzione, abbiamo sbagliato, io ho sbagliato e ora ci vuole un governo Draghi o Giovannini con bravi amministratori e sai di poterci arrivare oppure questo tiro e molla nel mezzo della pandemia e del piano vaccinale fa ridere. Se Renzi ha la ragionevole certezza di arrivare a un governo Draghi, ben venga. Ma se finisce con un Conte ter e due ministri a Renzi, va preso a pernacchie“.

Calenda: “A Zingaretti per il 2020 do un bell’8, ma non come segretario Pd”

Altro giro, altre storie: “Che voto do a Zingaretti per il 2020? “Nicola ha fatto bene come amministratore del Lazio, è stato un bravo amministratore regionale in un momento di grave difficolta, quindi gli do 8″. Un voto che non riguarda però il percorso personale politico, “Come segretario del Pd non mi posso esprimere, sono fatti degli iscritti del Pd“.

Calenda: “Certo che mi vaccinerò, anche per tutelare la salute di mia moglie”

Intanto, fra gli altri, la situazione Vaccino Covid: “Se mi vaccinerò? Certo. Già faccio regolarmente il vaccino antinfluenzale perché mia moglie, avendo avuto una leucemia e fatto un trapianto, è categoria a rischio e quindi io e I miei figli facciamo regolarmente il vaccino e faremo anche questo”.

Calenda: “La Raggi inaugura ogni tombino di Roma, la Destra lavora, e noi siamo fermi”

 

Riguardo poi la corsa allo scranno capitolino, il leader di Azione spiega che “Non sono contrario alle primarie, sono contrario al fatto di rimandare questa cosa sine die”. Intanto, aggiunge, ”Vogliamo trovare una strada alternativa? Ci sediamo e cerchiamo di concordare un vicesindaco, un ticket, un programma, facciamo un lavoro di questo tipo, altrimenti a un certo punto sarò costretto a partire perché non posso continuare ad essere un candidato che non può presentare il suo programma perché in attesa di Godot di queste primarie che non arrivano. A fine gennaio parto, chi c’è c’è. Perché nel frattempo – avverte – Virginia Raggi sta inaugurando ogni tombino di Roma, la destra candiderà qualcuno e noi rimarremo li a dire: aspettate, vediamo se si possono fare le primarie”.

Calenda: “Come candidato sindaco auspico una colazione larga”

“Il Pd in questa città ha fatto in passato delle cose buone, più recentemente non si è distinto precisamente per una classe dirigente straordinaria e allora c’è una questione che pongo anche io al Pd: se si fa un programma di vero cambiamento e rinnovamento, io sono felice di avere un coalizione larga ma se ci sediamo e per esempio mi dicono ‘no guarda Ama dentro Acea non ci può andare perché i sindacati di Ama non vogliono’ e beh, amici miei, io preferisco andare da solo”.

Calenda: “Non voglio passare quanto sofferto dal povero Ignazio Marino”

“Non ho nessuna intenzione – insiste il leader di Azione – di fare una coalizione per poi arrivare magari a fare il sindaco e la mattina dopo trovarmi con una assemblea capitolina che mi blocca ogni provvedimento come è stato col povero Ignazio Marino, cui hanno fatto esattamente questo scherzo. Questa roba qua non la farò succedere, preferisco rischiare andando con una lista civica, costruendo una classe dirigente. Questo confronto col Pd va fatto, sennò non ci sono le premesse ma non lo vogliono fare questo confronto”.

Calenda: “Roma è l’unica capitale al mondo che va peggio del paese che rappresenta”

“Roma è l’unica capitale al mondo che va peggio del paese che rappresenta. C’è un problema di ordinaria amministrazione a Roma, altro che poteri speciali, non si riescono a fare neanche le cose ordinarie, è questo che è folle. Quando hai fuori controllo la questione dei trasporti, dell’immondizia, del decoro urbano, dell’illuminazione, della sicurezza…non è che ci vogliono i poteri speciali e rispetto a questo”.

Calenda: “Il nuovo stadio? A Torino ci hanno messo 4 anni, noi ne discutiamo dal 2011”

Un tema ‘caldissimo nella Capitale, è anche quello che riguarda l’agognato stadio della Roma: ”Allo stadio in questo momento non ci si può andare però lo stadio bisogna farlo, è un’altra di quelle cose che dimostra che siamo una città impazzita. A Torino ci hanno messo 4 anni, noi ne stiamo discutendo dal 2011. A mio avviso, quello che dobbiamo cercare di fare è di usare lo stadio Flaminio, riconvertendolo anche perché oggi gli stadi sono molto più piccoli”. Quindi il leader di Azione ‘rinfresca’ le vicissitudini legate al tanto ventilato Stadio di Tor di Valle: “Prendi uno stadio, dici quello è il progetto, prima lo demolisci, poi dici che lo vuoi fare, poi dici che lo vuoi fare prima di Natale, poi scopri che i terreni sono pignorati e non si può fare…neanche all’asilo stiamo così, penso che questa storia debba avere una conclusione”. Ovviamente, aggiunge poi l’aspirante sindaco capitolino, ”Stiamo facendo un’analisi dei vincoli, perché purtroppo lo stadio Flaminio ha una serie di vincoli, però con la legge Nardella forse si possono superare. Riqualificherebbe quell’area che oggi è in abbandono, sarebbe al centro di un network di metropolitane perché lungo il tiraggio della C, è una soluzione che presenteremo. Però prima di presentarla ufficialmente, mi avrebbe fatto piacere fare due chiacchiere con gli alleati”.

Max