’I CONTI NON TORNANO’, CORTEI NELLE PIAZZE PER LE PENSIONI. LANDINI: FORNERO VA MODIFICATA

    Come annunciato dalle sigle sindacali, al termine dell’incontro col governo su vari temi, pensioni in primis, definito “insufficiente”, oggi è arrivata la risposta di varie piazza italiane. In particolare è stata la Cgil a capitanare la mobilitazione di Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari con lo slogan ’Pensioni, i conti non tornano!’. Così, nella Capitale, alle 9.30 da Piazza della Repubblica si è mosso il corteo indetto dalla Confederazione, direzione Piazza del Popolo dove c’è tato l’intervento del segretario generale Susanna Camusso. “Siamo in piazza – ha esordito la leader Cgil – perché non c’è l’attenzione che deve essere data al lavoro, perché il governo ha disatteso l’impegno che aveva preso con noi un anno fa; perché bisogna dare una svolta sulla qualità del lavoro ; perché bisogna pensare al futuro di questo paese in particolare ai giovani, alle donne ai quali continuano a non venir date risposte. Gli impegni disattesi si riferiscono all’accordo che si fece nel settembre dell’anno scorso con il governo che prevedeva la definizione di norme previdenziali per le lavoratrici, per i giovani; impegni per rivedere una legge profondamente ingiusta”. Avvicinati da giornalisti, a chi le domandava se il tema pensioni avese in qualche modo incinato i rapporti con gli altri sindacati, la Camusso ha repliato decisa che “Bisogna ricostruire i fili con Cisl e Uil”. Seguito anche il corteo di Palermo dove, a Piazza Verdi, il sempre attento Maurizio Landini ha spiegato che “Visto che la Camera nelle prossime settimane si appresterà a discutere e a votare, chiediamo di produrre cambiamenti e miglioramenti sulla pensione e su altri temi. Perché il nostro giudizio non è negativo solo sulle pensioni. Per noi qualsiasi governo ci sarà deve sapere che la questione delle pensioni e della modifica della Legge Fornero è un punto centrale. Quando nel 2011 l’allora governo Monti decise di intervenire drasticamente sulle pensioni si è aperta una ferita – ha proseguito il sindacalista – Allora il sindacato unitariamente si è limitato a tre ore di sciopero. Oggi bisogna riconoscere che abbiamo commesso un errore a non contrapporci a quella riforma sbagliata. Ci hanno detto che era necessario intervenire sulle pensioni, cancellare l’articolo 18, abolire le province e avremmo risolto tutti i nostri problemi. Tutte queste cose sono state fatte ma la situazione continua a non girare, anzi disoccupazione e precarietà sono aumentate. I risultati di quelle politiche – ha concluso il segretario confederale nazionale della Cgilsono – sotto gli occhi di tutti: la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, è a livelli insopportabili soprattutto al Sud, i conti non tornano e le diseguaglianze sono cresciute”. A far sentire la propria voce in piazza presente anche la Silp Cgil (sindacato di polizia), rappresentato da numerosi delegazioni di quadri, iscritti e simpatizzanti. Come ha tenuto ad osservare il segretario generale Daniele Tissone, “I poliziotti sono in piazza con la Cgil perché un Paese senza lavoro non ha futuro. Le lavoratrici e i lavoratori in divisa manifestano anche per chiedere al governo di riavviare subito la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, fermo da 9 anni”.
    M.