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I tamponi cari e poco affidabili, e 3,8 mln di lavoratori non vaccinati, consigliano la vaccinazione obbligatoria, afferma Fondazione Gimbe

Oltre 175mila tamponi rapidi al giorno e il crollo dei nuovi vaccinati indicano da settimane uno zoccolo duro di popolazione non intenzionata a vaccinarsi, tra cui 3,8 milioni di lavoratori. I modesti risultati ottenuti con la progressiva espansione del Green pass e il rischio caos tamponi invitano a valutare l’introduzione dell’obbligo vaccinale”.

Un’eventualità ovviamente più che discutibile (ed oltretutto semmai tardiva sui tempi), quella che sostiene la Fondazione Gimbe, convinta della bontà delle proprie ragioni, alla luce di un attento monitoraggio, in merito  alla situazione epidemiologica, aggiornata alla settimana 6-12 ottobre.

Anche perché, dati alla mano, nonostante il ‘caos’ denunciato, val la pena ricordare che nel frattempo (grazie a Dio), la situazione contagi – così come l’incidenza e l’Rt – continua a migliorare. Dunque pensare oggi – con l’85% degli italiani ‘coperti’ – all’ipotesi del vaccino obbligatorio, è a nostro avviso una soluzione ormai insensata.

Fondazione Gimbe: “L’incertezza ed il costo dei tamponi, più lo ‘zoccolo duro’ dei non vaccinati complicano la situazione”

Ad ogni modo, argomenta il presidente Fondazione, Nino Cartabellotta (nella foto), ”Alla vigilia del 15 ottobre,  la politica e il mondo del lavoro devono fare i conti con alcune ragionevoli certezze. Innanzitutto l’attuale sistema che punta su farmacie e centri autorizzati non potrà garantire, almeno nel breve termine, un’adeguata offerta di tamponi antigenici rapidi a prezzo calmierato; in secondo luogo le proposte avanzate negli ultimi giorni (estendere validità dei tamponi a 72 ore, tamponi ‘fai da te’), oltre a non avere basi scientifiche presentano rischi di tipo sia sanitario, sia medico-legale e assicurativo; infine – aggiunge Cartabellotta –  il numero dei nuovi vaccinati già da alcune settimane lasciava presagire un consistente ‘zoccolo duro’ di lavoratori che, nonostante l’approssimarsi del 15 ottobre, non intende vaccinarsi volontariamente”.

Fondazione Gimbe: “Alla luce di tutto ciò il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale”

Dunque, osserva ancora il responsabile della Fondazione Gimbe, ”Considerato che la ‘spinta gentile’ del Green pass non ha prodotto i risultati auspicati e che da domani si rischia il caos, con centinaia di migliaia di lavoratori sprovvisti della certificazione verde di fatto impossibilitati ad effettuare un tampone. Da parte sua il Governo deve prendere in considerazione l’obbligo vaccinale, consentendo l’uso del tampone per ottenere il green pass solo dopo la prenotazione del vaccino e fino a due settimane dopo la somministrazione della prima dose”.

Max

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Max Tamanti