IGNORATO DALLE BANCHE, CON I DIPENDENTI DA PAGARE, UN IMPRENDITORE DI UMBERTIDE SI IMPICCA

    Il mondo dell’imprenditoria pullula purtroppo di gente senza scrupoli, che pur di non pagare una tassa, uno straordinario (cosa comunque rara) o, in certi casi, persino l’esatto corrispondente della busta paga, venderebbe l’anima al diavolo. Ma la fortuna del nostro paese è che vi sono invece anche persone perbene, con un’anima, che conducono le loro dedizioni con passione ed impegno, nel rispetto e nella stima per i propri dipendenti. E’ il caso di un imprenditore di Umbertide, sposato con due figli, che davanti al dolore di non riuscire più a sopperire ai costi della sua azienda, e a non pagare gli stipendi ai suoi 130 dipendenti, ha preferito farla finita, impiccandosi in un sottoscala dell’azienda stessa. L’uomo infatti, a giorni avrebbe dovuto firmare un accordo con i sindacati per fronte al pagamento degli stipendi arretrati tramite un dilazionamento. A trovarlo è stato un suo dipendente il quale, resosi conto che era ormai troppo tardi, non ha potuto far altro che avvertire sia gli agenti del commissariato di Città di Castello, che i sanitari i quali però, come dicevamo, non hanno purtroppo far nulla. L’uomo ha lasciato una letea in cui spiega la sua situazione, denunciando da parte delle banche la negazione del linee di credito, uno dei motivi per i quali, da mesi, non poteva più pagare gli stipendi agli operai. Motivo quest’ultimo per il quale, nella lettera, il povero imprenditore ha incaricato i suoi avvocati di provvedere ai dipendenti.
    M.