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“Il 2 novembre, un flop: Gualtieri, i cimiteri della Capitale affondano nel degrado”, denuncia il leghista Santori

Un altro proclama della giunta Gualtieri cade smentito dai fatti. Il cronoprogramma del 2022 stilato dall’assessore Alfonsi e dal suo dipartimento risulta totalmente disatteso. Subito un consiglio straordinario in Aula Giulio Cesare alla presenza del sindaco Gualtieri“.

Lo chiede in una nota il capogruppo della Lega in Campidoglio Fabrizio Santori, a proposito delle condizioni dei cimiteri romani segnalate da numerosi cittadini.
Ama Cimiteri tenta di giustificare la vergogna del cimitero Flaminio e del cimitero Verano, il cui degrado la squadra del Pd al governo del Campidoglio non è riuscita a mitigare nemmeno in occasione della ricorrenza dei defunti: ‘Stiamo provvedendo e intervenendo da nuovo cronoprogramma, al ripristino del decoro, taglio e pulizia, di tutto il Cimitero Flaminio’, recita la risposta dell’azienda mentre tutte le segnalazioni di questi anni vengono dirottate sullo 060606, che balbetta di fronte alle incessanti richieste dei cittadini ormai disgustati. Ma dove e come si intervenga seriamente non è dato sapere, se le migliaia di lamentele di coloro che  lottano da anni contro il declino del camposanto continuano a cadere nel vuoto mentre incuria, guasti, mancanza di controlli, erbacce, fili che fluttuano al vento tra lapidi spezzate, sicurezza dimenticata e frequenti atti vandalici, fanno di abbandono e sporcizia i padroni tra viali e sepolcri ridotti in condizioni vergognose.

Il Sindaco dimentica ancora una volta i cittadini, quelli vivi, e anche quelli morti, fra i click di procedure e automatismi che consentono ad Ama di impantanare le richieste di interventi da parte dei romani che non si stancano di inviare mail in Campidoglio e di chiedere provvedimenti attraverso i canali dedicati. Senza mai risposte e azioni adeguate. Ora basta, la Roma del Pd rischia di non poter tornare indietro dalla continua e arrogante propaganda che promuove l’umiliazione di tutti gli abitanti, costretti a subire uno squallore devastante che inghiotte perfino gli affetti e la memoria della città” conclude Santori.
Max

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Max Tamanti