IL CAIRO – REGENI, SAREBBE STATO TORTURATO PRIMA DELLA MORTE. LA PROCURA DI ROMA PROCEDE PER OMICIDIO: INDAGINI CONGIUNTE CON ESPERTI ITALIANI

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    Ora è ufficiale: Giulio Regeni, il ricercatore 25enne italiano, trovato cadavere in un fosso accanto alla strada tra Il Cairo ed Alessandria, sarebbe morto in seguito “ai colpi inferti con strumenti taglienti, come dimostrano le ecchimosi in varie parti del corpo”. E’ quanto affermano i patologici dell’obitorio di Zeinhem, dopo aver analizzato con cura il corpo del giovane italiano. Il ’Dotmsr’ sito di informazioi locale spiega che “Al momento è in preparazione un rapporto dei medici legali in cui saranno chiarite le cause del decesso e che sarà poi consegnato alla procura di Giza e da lì all’ambasciata italiana”. Al sito di informazioni una fonte della polizia di Giza avrebbe affermato che Regeni ” Il corpo, che presentava escoriazioni ed ecchimosi in vari punti ed era “seminudo, è stato ritrovato da alcune persone che hanno immediatamente avvisato le forze dell’ordine”. Dall’Italia, il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone, ha affidato al pubblico ministero Sergio Colaiocco l’indagine preliminare sulla morte del giovane, ed è stato aperto al momento un fascicolo dove si ipotizza il reato diomicidio nei riguardi di ignoti. Intanto la Procura di Giza, per voce del procuratore capo Ahmad Nagi, ha accertato che il corpo di Giulio – nudo nella metà inferiore – presentava “chiari segni di percosse e torture. Bruciature di sigaretta, percosse, escoriazioni e un orecchio tagliato.” Mentre il quotidiano egiziano ’Youm 7’ riporta che il ragazzo, stando alle indagini preliminari sia stato ucciso per  un movente criminale, la polizia di Giza aveva da prima ipotizzato come causa “un incidente stradale”. Il direttore della polizia Khaled Shalabi, avrebbe infatti affermato che “è da escludere il movente criminale. Le prime indagini evidenziano che è stato vittima di un incidente d’auto”, ed aveva poi aggiunto che lo studente non era stato colpito da “spari o coltellate”. Il corpo di Regeni nella tarda notte era stato visitato all’obitorio da Mohamed Sobhiavvocato dei diritti umanie attivista della Fondazione araba dei diritti civili e politici (Nidal), ed ha dichiarato che gli è stato impedito di vedere il corpo ma soltanto viso. “In qualità di attivista per i diritti umani eavvocato incaricato dai suoi amici di ritrovare il ragazzo – ha dichiarato Sobhi –  dopo un diverbio con la poliziami hanno consentito di vedere solo il viso, lo stesso delle foto del giovaneche mi sono state fornite dai suoi amici”. Nel pomeriggio intanto, Matteo Renzi ha chiamato il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi (che ha espresso le sue condoglianze per l’accaduto), chiedendo che il corpo di Regeni sia presto restituito alla sua famiglia e all’Italia e che sia dato pieno accesso ai nostri rappresentanti per seguire da vicino, nel quadro dei rapporti di amicizia che legano Italia ed Egitto, tutti gli sviluppi delle indagini per trovare i responsabili di questo orribile crimine e assicurarli alla giustizia. Dalla Farnesina in mattinata, unitamente alla richiesta di un’indagine congiunta tra autorità egiziane ed esperti italiani, il ministro Gentiloni ha incaricato il segretario generale della Farnesina Michele Valensise di convocare urgentemente Amr Mostafa Kamal Helmy, ambasciatore della Repubblica araba d’Egitto, per esprimere lo sconcerto del governo italiano per la tragica morte di Giulio Regeni. In una nota Valensise ha spiegato che “l’Italia si attende dalle autorità egiziane la massima collaborazione a tutti i livelli, alla luce dell’eccezionale gravità di quanto accaduto al nostro connazionale e dei tradizionali rapporti di amicizia e vicinanza tra i due Paesi. L’Italia nel chiedere che sia fatta piena chiarezza sul caso – ha scritto il segretario generale – rinnova la richiesta alle autorità egiziane di avviare immediatamente un’indagine congiunta con la partecipazione di esperti italiani. Chiediamo che il corpo del giovane Regeni sia al più presto rimpatriato in Italia”. Dopo aver espresso cordoglio per il giovane italiano, dal canto suo l’ambasciatore egiziano ha assicurato che l’Egitto fornirà la massima collaborazione. A Fiumicello, la cittadina in provincia di Udine di cui Regeni era originario, è stato proclamato il lutto cittadino pe il 7 febbraio. Anche l’Università di Cambridge, dove il ricercatore italiano stava seguendo un dottorato in Economia, ha twittato il proprio cordoglio per la morte dell’italiano: “Siamo profondamente rattristati per la morte di Giulio Regeni. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia e ai suoi amici”.

    M.