Il commercio on-line urge interventi mirati

Un numero sempre maggiore di dati e di analisi sottolinea che il commercio on-line urge al momento di interventi mirati. Secondo quanto divulgato da Fevad il termometro di crescita della rete globale del commercio on-line è un indizio significativo circa l’impellenza di un certo tipo di interventi volti a migliorare le condizioni di operatività delle professionalità del settore ed in particolare ad offrire una miglior tutela per quelle figure basilari nel campo come sono gli agenti e i rappresentanti di commercio.

I dati recentemente pubblicati da Fevad mostrano l’ulteriore notevole crescita globale del commercio on-line e confermano una volta di più la necessità di interventi urgenti, mirati a tutelare la categoria degli agenti e rappresentanti di commercio.

Per difendersi dai maggiori player mondiali del commercio on line anche le società che operano sul territorio italiano si stanno trasformando in distributori multicanale, bypassando così l’agente di commercio, al quale non viene riconosciuta alcuna provvigione. Per questo Federagenti si batte per l’introduzione, all’interno degli Aec di settore, del riconoscimento di una provvigione minima all’agente con esclusiva quando la vendita on-line viene effettuata nella propria zona operativa.
Occorre inoltre un intervento istituzionale al fine di regolamentare più efficacemente il mercato in
questione a tutela dei 230.000 professionisti della vendita che operano in Italia e per sciogliere
nodi quali la sicurezza delle merci che arrivano direttamente nelle case e la fiscalità di questi
scambi.

Una miglior tutela in questo senso, concepita per l’appunto nella direzione di una apertura verso una sorta di riconoscimento minimo per gli agenti del settore quanto la vendita viene realizzata nel proprio ambito operativo garantirebbe, secondo la interpretazione di Federagenti, una più corretta accessibilità alla professione, al mercato specifico e alla vendita in quanto tale. Da qui, poi, l’esigenza di un intervento da parte delle istituzioni affinchè per appunto possano stabilire regole certe e efficaci a tutela, dunque, come detto, dei 230 mila professionisti che lavorano nel territorio nazionale.