IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA OGGI AL VAGLIO IN CDM: REVISIONI AL RIBASSO PER IL PIL

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    Oggi, in consiglio dei ministri, verrà varato il nuovo Documento di economia e Finanza. L’incontro di ieri, tra il premier Renzi ed il ministro  Padoan, in quel di Palazzo Chigi, è stato risolutivo per la ‘limatura’ finale del Def. Per quanto riguarda il Pil , dopo un 2015 chiusosi sotto le aspettative, anche l’iniziale previsione di una crescita all’1,6% quest’anno non sarà centrata. Il Def sarà presentato in Europa corredato dal Piano nazionale di riforme e conterrà le stime macroeconomiche aggiornate del quadriennio. Ripresa economica lenta, e sotto le aspettative, complice l’inflazione europea che non riesce a ripartire, stentano gli investimenti, e anche la nostra penisola ne risente. L’aggiustamento di bilancio per salvaguardare il deficit sarà infatti puramente amministrativo e risorse si reperiranno dal surplus di entrate in arrivo dalla voluntary disclosure e dal calo degli interessi sul debito. Proprio il debito resta però una delle note dolenti. Non solo perché la deflazione pesa come un macigno sui calcoli statistici, ma anche perché il processo di privatizzazioni, con i mercati finanziari in fase di estrema difficoltà, non sta rispettando i tempi previsti. L’ipo di Fs è stata rimandata a data da destinarsi e per sostituirla si sta pensando ad una nuova immissione sul mercato di azioni di Poste italiane. Per il prossimo anno, invece, il governo ha promesso il taglio dell’Ires (scritto sulla legge di stabilità del 2016) e il disinnesco di oltre 15 miliardi di clausole di salvaguardia sull’Iva. Assicurare queste due mosse lasciando il rapporto Deficit-Pil all’attuale stima di 1,1% è praticamente impossibile. Perciò, secondo il piano varato dal governo, il rapporto Italia-Ue è un po’ come rapporto ‘padre-figlio’, o almeno quella è la speranza, ‘Fai il bravo oggi che domani ti premierò’. Ed a questo proposito, per il prossimo anno, l’Italia tornerà alla carica in Europa chiedendo nuovi margini di flessibilità, giustificati con le riforme e – se Bruxelles se ne convincerà – con i nuovi calcoli su crescita potenziale e output gap. Notizie positive arrivano intanto dal collocamento del Btp Italia, a testimonianza che il debito italiano ’piace’ ai mercati. Il Tesoro ha infatti raccolto ordini per 8 miliardi di euro per la nuova emissione, la nona, di cui 4,2 miliardi sul comparto retail, quello degli investitori privati.

    D.T.