STRANO MA VERO

Il mostro del lago di Castel Gandolfo: l’incredibile scoperta di Mino Maciaria

Quando si parla di mostri marini, la nostra mente vola diretto in Scozia, nella località di Loch Ness, patria del leggendario Nessie. Eppure anche nel nostro paese sono state avvistate delle creature molto particolari. Nel lago di Como, ad esempio, erano apparsi un lauriosauro, soprannominato Lierni, un’anguilla gigante e un mostro con la testa simile a un coccodrillo. Sul lago di Garda, invece, un pesce siluro gigante che, a furia di ingoiare tutti i pesci impigliati nelle reti dei piccoli pescatori, ha spaventato un’intera comunità. Tra tutte queste storie ce n’è una totalmente inedita, scoperta qualche giorno fa da Mino Maciaria e rivelata in esclusiva a Italia Sera. Di cosa si tratta?

Un mese fa, alla scomparsa di suo padre Daniele, detto “Den” Maciaria, Mino entrò in possesso di una fotografia, ora presente nel portale dell’Istituto Luce, in cui si vide una creatura simile a Nessie. Oltre alla foto, il signor Maciaria lasciò su dei fogli ormai ingialliti la storia di quella creatura che, affettuosamente, chiamò Nando. “Quando lessi questa storia, all’inizio pensai a uno scherzo – disse Mino – ma dopo aver visto quella foto iniziai a fare delle ricerche. Nonostante l’omertà dei miei compaesani, trovai nel pronipote di chi scattò quella foto la conferma necessaria. Ed è giusto che tutto il mondo sappia la storia di Nando”.

Nando: la storia del mostro del lago di Castel Gandolfo

Era il 1932. In vista della decima Olimpiade, che si svolse a Los Angeles, a Castel Gandolfo ci fu a Luglio di quell’anno una riunione preolimpica di canottaggio. Le squadre di quattro e otto con, che ottennero in quell’Olimpiade due medaglie d’argento, si allenarono sotto gli occhi attenti della Federazione. Durante gli allenamenti dell’otto con, però, apparve dal lago quella sottospecie di dinosauro marino. Gli atleti erano tutti di spalle tranne i timonieri che, appena videro Nando, urlarono per la disperazione, scatenando il panico nelle imbarcazioni.

Nella paura generale, a mantenere il sangue freddo e a fotografare per l’Istituto Luce tale scena fu Enrico Prugageo, che provò immediatamente a fare cassa con quell’immagine ma, dal regime fascista, arrivò l’ordine di insabbiare il tutto. Tutti quelli che videro la creatura tacquero tranne il Prugageo che, per questo, venne fucilato, ma non prima di lasciare lo scatto originale al Maciaria.

Poc’altro si sa del mostro dopo la scoperta, tranne che superò indenne i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, rifugiandosi nell’emissario e nutrendosi esclusivamente di trota salmonata, ma non poté assistere ai Giochi di Roma del 1960, con le gare di canottaggio nel lago. Qualche anno prima, infatti, grazie all’apporto dell’esercito americano Nando scomparve nel nulla, spostato in volo attraverso l’azione coordinata di quattro elicotteri che lo sollevarono verso una meta sconosciuta mentre la cittadinanza, ignara, assisteva all’Angelus di Papa Pio XII.

Una storia incredibile, questa, di un mostro fatto sparire dai poteri forti dell’epoca, e che diventerà presto un film con la regia di Pupi Avati.

Aggiornamento ore 10:00

Nando, il mostro di Castel Gandolfo: la verità

Se il possibile film sul mostro diretto da Pupi Avati, o la sparizione del povero Nando, sollevato da quattro elicotteri, non vi ha fatto insospettire, sappiate che tutta questa storia è solamente un pesce d’aprile. I nomi dei tre protagonisti sono puramente di fantasia, e la foto in questione è stata leggermente ritoccata. L’originale la potete trovare sul portale dell’Istituto Luce.

Le uniche cose vere di questa storia sono la riunione preolimpica che si è svolta proprio a Castel Gandolfo, così come i bombardamenti nella cittadina dei Castelli Romani nella Seconda Guerra Mondiale alle apparizioni negli altri laghi citati nel cappello introduttivo.

Potete stare tranquilli. Non c’è alcun mostro ghiotto di trota salmonata nel lago di Castel Gandolfo. Buon pesce d’aprile!!!

Aggiornamento ore 18:15