Il premier Conte congela gli appetiti Ue sulle piccole banche italiane

In Italia dal 2010 ad oggi ci sono ben 6.300 sportelli bancari in meno, e 26.249 impiegati bancari rimasti senza lavoro. Già 383 Comuni sono rimasti totalmente privi di banche, ed ai cittadini di questi paesi il fisco impone l’obbligo del conto corrente: questo è il quadro che emerge dall’ultima ricerca pubblicata dall’Ufficio studi First Cisl.

“Il dato più impressionante – sottolinea Riccardo Colombani (responsabile dell’Ufficio studi di First Cisl) – è che più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017. A fine 2010 c’erano 33.663 agenzie bancarie, il 31 dicembre scorso erano scese a 27.374 e ben 1.653 chiusure si sono concentrate nel 2017. In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100 mila abitanti. Se si andasse avanti a questo ritmo in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio”.

Intanto, la legge che disciplina le banche di credito cooperativo nel decreto Mileproroighe è stata stoppata dal premier Conte. Per il ministro dell’Economia Giovanni Tria, importante è che col provvedimento “viene rafforzato il mantenimento effettivo del carattere di credito cooperativo” delle Bcc, “il carattere mutualistico di banche strettamente legate al territorio e con una finalità molto specifica”.
La bozza di legge fermata da Conte prevedeva che le banche venissero assorbite dalle capogruppo (la federazione cooperativa composta da tante piccole realtà finanziarie è sempre sotto il controllo di un gruppo più forte): certi poteri sovrannazionali volevano che le piccole banche perdessero autonomia e controllo del territorio. Obiettivo di chi governava l’Italia prima di Conte era far finire le banche piccole sotto il controllo dei grandi gruppi e della stessa BCE. Sarebbe così andata a morire la finalità delle banche di credito cooperativo. Ma il premier Conte, il ministro Tria ed il sottosegretario Giorgetti hanmno ascoltato l’appello di una neocostituita “Associazione per la cooperazione del credito”. Tutelare i soldi degli italiani dagli appetiti franco-tedeschi è tra gli obiettivi di Lega e 5 Stelle, su questo punto si gioca gran parte della loro credibilità. Ecco che c’è già chi propone di aprire filiali di banche di credito cooperativo nei paesini rimasti senza sportelli.