Il processo Whynot e la difficile posizione di Napoli – di Noemi Campegiani

    de-magistris1Una nuova indagine della procura di Roma rischia di far dimettere il sindaco di Napoli Luigi De Magistris dal suo incarico oltre a prospettare per lui l’apertura delle porte del carcere. De Magistris nel 2006 inizia ad indagare in seguito ad una denuncia su presunte attività illecite nella gestione pubblica aprendo due filoni d’indagine denominati  Poseidone e Why not.

    A rendere il lavoro alquanto “scomodo” è l’implicazione nella situazione di numerosi parlamentari apparsi chiaramente coinvolti nei fatti illeciti. Dal momento dell’inizio dell’indagine ad oggi sono state tuttavia trovate delle irregolarità dal CSM, non su ciò su cui si stava indagando, bensì sui procedimenti seguiti dallo staff condotto dal sindaco di Napoli presupponendo un abuso d’ufficio. Alla luce di quanto accaduto l’ex magistrato rischia, laddove la condanna venisse confermata ,di perdere il suo incarico di sindaco alla luce dell’articolo 11 della legge Severino che prevede, per abuso d’ufficio, la sospensione (d’ufficio) dalla carica.

    Sospensione che può durare al massimo diciotto mesi. Le dichiarazioni rilasciate da De Magistris sono forti e denotano da parte del sindaco la sensazione di subire un’enorme ingiustizia: «Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti», commenta il sindaco De Magistris. «In Italia, credo non esistano condanne per abuso di ufficio non patrimoniale. Sono stato condannato per avere acquisito tabulati di alcuni parlamentari, pur non essendoci alcuna prova che potessi sapere che si trattasse di utenze a loro riconducibili. Prima mi hanno strappato la toga, con un processo disciplinare assurdo e clamoroso, perché ho fatto esclusivamente il mio dovere, dedicando la mia vita alla magistratura, ed ora mi condannano, a distanza di anni, per aver svolto indagini doverose su fatti gravissimi riconducibili anche ad esponenti politici».

    A spingere per una condanna definitiva dell’ex magistrato e un suo allontanamento dal pubblico ufficio sono ovviamente i parlamentari coinvolti tra cui Clemente Mastella che parla così della sua esperienza nella vicenda: “Nulla mai potrà ripagarmi. Quell’indagine, condotta in maniera illegale, è stata all’origine di tutte le mie difficoltà, sul piano umano e sul piano politico. Quell’indagine – ha detto ancora – ha cambiato, fino a stravolgerla, la storia politica italiana. Da allora tutto è precipitato”. Altra forte ed influente opinione è senza dubbio quella del presidente del Senato Grasso che intervenendo sul caso De Magistris afferma: “La legge Severino è una legge che va applicata, è stata già applicata anche ad altri sindaci. Penso sia inevitabile che sia applicata. Poi naturalmente ci sarà il seguito dell’appello, dell’impugnazione che potrà eventualmente dare un contorno definitivo alla vicenda”.

    Che altre situazioni simili siano già accadute con il successivo allontanamento dall’incarico dei sindaci in questione è storia. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, rileva Grasso, “valuterà al meglio la situazione e sa benissimo che, se non lo dovesse fare, ci sarebbe comunque un provvedimento da parte del prefetto non appena si renderà esecutiva la sentenza oppure si depositerà la motivazione”. Dario Stèfano, presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che ha partecipato ai lavori di prima applicazione della legge Severino, sottolinea che “il testo normativo non lascia dubbi di sorta: l’articolo 11 prevede per il sindaco che viene condannato, anche con sentenza non definitiva del reato di cui all’articolo 323 C.P. (abuso d’ufficio), la sospensione d’ufficio dalla carica”.

    Altro giudizio pesante sulla vicenda proviene dalla portavoce del gruppo Fi alla camera Mara Carfagna: “Napoli è una città ostaggio del delirio di un uomo che ha fatto il sindaco peggio di come ha fatto il pm, De Magistris deve dimettersi subito e non per la vicenda giudiziaria, ma perché ha fallito come amministratore e la sua inadeguatezza è pari solo alla sua arroganza. L’idea di legalità di De Magistris è raccapricciante: quando essa si sagoma sulla sua visione personale è giusta, altrimenti è tutta palude e malaffare. Tutto questo per nascondere il tragico fallimento politico e personale prima come pm e oggi come sindaco di Napoli. Le dichiarazioni in consiglio comunale hanno trasformato la sua tragedia in una farsa, si è spinto fino a denunciare che la giustizia è fatta solo da una casta, dimenticando le proprie responsabilità quando della giustizia fece un uso politico, sollevando polveroni mediatici che si conclusero in un nulla di fatto dal punto di vista giudiziario. De Magistris ha tradito le speranze di chi l’ha votato,ha tradito i cittadini napoletani che oggi ,più che mai ,ne hanno abbastanza della sua incuranza e della sua arroganza. De Magistris si faccia da parte, farà contenti i cittadini di Napoli” conclude la Carfagna.

    Ciò che appare certo, al di là dell’esito delle indagini è che Napoli, ancora una volta, si trova a vivere una situazione complessa e oscura nella quale il sindaco in carica sembra essere colluso in un’indagine dai profili scandalistici e dove il suo vice, e dunque probabile neo sindaco, Sodano è stato già condannato e vanta a suo carico un ulteriore rinvio a giudizio.