Home ATTUALITÀ Il rame è il nuovo petrolio: ecco perché può diventare strategico

    Il rame è il nuovo petrolio: ecco perché può diventare strategico

    (Adnkronos) – Il rame è uno dei principali barometri della salute economica globale grazie al suo ampio utilizzo, come nelle apparecchiature elettriche e nei macchinari industriali e, per questo, indicatore di crescita e sviluppo quando molto ricercato.  

    Il prezzo della materia prima ha avuto un buon inizio d’anno, come spiega Money.it, dato l’indebolimento del dollaro e le aspettative degli investitori per un aumento della domanda dopo la riapertura dell’economia cinese. 

    Sono emersi anche problemi di fornitura a breve termine, con l’esplosione di proteste in Perù, che rappresenta il 10% della fornitura mondiale di rame, ad aggravare le stime di una carenza di approvvigionamento. Non solo, il rame è destinato a subire un cambio generazionale della domanda con l’aumento della decarbonizzazione. 

    Sebbene una riapertura cinese e una ripresa della domanda mentre le scorte di rame sono vicine ai minimi ciclici porteranno probabilmente a un aumento dei prezzi a breve termine, il portfolio manager Al Chu ha suggerito che l’aspetto più interessante nelle prospettive del rame è un “cambiamento secolare” a lungo termine e relativo alla sua richiesta. 

    Il rame viene tipicamente utilizzato come metallo da costruzione per il cablaggio di edifici, macchinari e altro, ma se guardiamo alla tendenza alla transizione energetica netta zero della decarbonizzazione, il rame è il nuovo petrolio, ha dichiarato l’esperto. 

    Il punto è semplice: energia solare, eolica, veicoli elettrici, qualsiasi altra forma di energia rinnovabile hanno praticamente bisogno del rame, perché se parli di elettrificare qualcosa e trasmettere elettricità serve il rame. Chu ha anche evidenziato un calo della quantità del metallo disponibile negli ultimi 20 anni, nonché il tempo lungo necessario per attivare importanti progetti minerari. 

    Molte riserve e depositi della materia, infatti, si trovano in luoghi ostici – Congo, Mongolia Interna – ovvero in regioni poco sviluppate dove non è facile costruire una mega-miniera, ha spiegato.