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Il regista Giuseppe Sciarra replica al sindaco di Rodi Garganico: “Non odio Rodi e non voglio farmi pubblicità!”

Nelle ultime settimane alcune testate hanno parlato di ‘Ikos’, del regista pugliese trapiantato a Roma, Giuseppe Sciarra (nella foto), un documentario di 15 minuti in cui Sciarra denuncia episodi di bullismo  subiti dagli 8 ai 14 anni negli anni novanta a Rodi Garganico, un paese in provincia di Foggia. Il breve documentario interpretato da Edoardo Purgatori vuole essere una denuncia contro il bullismo e non ha mancato di suscitare interesse e commuovere per la crudezza della storia e per il dramma che ha coinvolto l’intera famiglia Sciarra dopo che il figlio esasperato dalle angherie dei bulli ha tentato il suicidio per ben due volte da adolescente. 

Il sindaco di Rodi Garganico Carmine D’Anelli in seguito a una serie di notizie trapelate sul paese in correlazione al corto di Sciarra ha difeso Rodi rilasciando un’intervista alla Gazzetta del mezzogiorno dove oltre a ricordare Sciarra come un ragazzino sempre sorridente uguale a tanti altri, ha affermato che Sciarra vuole farsi solo pubblicità nel divulgare a mezzo stampa questa storia.

Sciarra ha deciso di rispondere alle affermazioni di D’Anelli: “Non odio Rodi Garganico, l’odio è una perdita di tempo, e nel riconoscere che a volte certe affermazioni andrebbero mutuate meglio liberandole, per quanto sia difficile, da un eccessivo portato emotivo, mi sento però di dire con grande rispetto ed altrettanta chiarezza che nessuno può dire che ciò che ho vissuto è “un’esagerazione”, nemmeno il Sig. Sindaco di Rodi Garganico del quale rispetto le opinioni essendo, appunto, opinioni. Ed è altrettanto vero che il Sig. Sindaco di Rodi Garganico non può permettersi di commentare le ragioni presunte, da lui, che portarono la mia famiglia ad allontanarsi dal paese, non avendole la mia famiglia mai rese pubbliche. Se posso lasciare che mi si attacchi personalmente per proteggere la propria comunità, e laddove si dia l’impressione che questa sia attaccata ben venga la difesa d’ufficio, non voglio che si mettano in bocca alla mia famiglia “ragioni presunte” che avrebbero motivato le loro scelte. Questo sulla base del rispetto che il Sig. Sindaco evoca, salvo poi incorrere nello stesso errore in cui scivolano comunicati stampa scritti troppo in fretta e a volte corretti altrettanto in fretta, non necessariamente da chi li invia.

La mia storia di bullismo è una storia vera, verissima, piaccia o no, Sig. Sindaco. Ed è una storia che ho deciso di raccontare per fare in modo che non accada più. E proprio sulla base dell’interesse e dell’amore che Lei dimostra per la Sua piccola comunità, preoccupandosi di difenderla con un attacco personale che svilisce le Sue buone intenzioni, la invito: da domani lavoriamo insieme affinché nulla di simile possa mai accadere di nuovo, a nessuno dei suoi amati concittadini, e stipuliamo un patto tra gentiluomini, lontani dalla stampa e dai riflettori e sulla base del nessuno accusa e nessuno nega.

Così, insieme, da sponde differenti, attraverso il rispetto e l’amore per la giustizia che sono le uniche armi che mi muovono e che non sono stato in grado di trasmettere come volevo, proviamo a costruire un diverso “senso dell’altro” basato sul rispetto e sulla creazione di valore per tutte e per tutti.
Sono certo di trovarla dalla mia parte, Sig. Sindaco, e che non mancherà la Sua disponibilità al di là delle polemiche e delle differenze, oltre lo scivolare sulle accuse e oltre le difese d’ufficio.

Con stima e profondo rispetto, a disposizione. Giuseppe Sciarra”.

Max

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Max Tamanti