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“Il vaccino sarà obbligatorio per alcune categorie” anticipa Sileri che spiega “Anch’io lo farò”

PERPAOLO SILERI VICEMINISTRO DELLA SALUTE

Come capita sempre più spesso, prima gli annunci poi, con estremo ritardo, i fatti. Ora, vista la situazione, speriamo che questo irritante iter non caratterizzi anche la campagna di vaccinazione anti-covid.

Ad ogni modo, in attesa di conoscere una data precisa per il semaforo verde, i nostri istitutori commentando e spiegano ciò che ‘verrà’.

Stamane il viceministro alla Salute PierPaolo Sileri, ha per esempio anticipato un ‘tema scottante’, spiegando che “Io credo che per alcune categorie debba esserci l’obbligo vaccinale, per il resto immagino che dopo quello che si è passato in tutti questi mesi la richiesta della vaccinazione sarà estremamente alta“.

Quindi il viceministro ha proseguito aggiungendo che “Poi monitoreremo la richiesta del vaccino ma al momento non credo sarà necessario un obbligo per tutta la popolazione. Quello che interessa maggiormente in questo momento è che venga fatto dalla popolazione più fragile”.

Sileri: “Speriamo di vaccinare 6/10 milioni di persone in 3 mesi”

Riguardo poi la ‘benedetta’ tempistica, Sileri ha affermato che  dobbiamo aspettare l’ente certificatore che dia l’ok, poi che i vaccini arrivino e arriveranno in maniera scaglionata; il nostro piano, che è in mano ad un gruppo di lavoro qui al ministero, ha già fornito i dati al commissario Arcuri che sarà l’esecutore del piano: sono state già comunicate alle Regioni le necessità del numero di centri di stoccaggio, di vaccinazione, ci sarà un centro ogni 20mila abitanti“.

Ad ogni modo, ha proseguito il viceministro, “Auspicabilmente, se la vaccinazione anti-Covid inizia a gennaio-febbraio come sembrerebbe, sarebbe utile riuscire a vaccinare fra i 6 e i 10 milioni di persone secondo me in 3 mesi”.

Vaccino: il ‘buio’ di Sileri su quante persone potranno essere vaccinate ogni giorno

Quindi, quante persone si ritiene si possono vaccinare mediamente in un giorno? Il viceministro spiega che è una domanda alla quale non riesce a dare una riposta precisa in quanto, a suo dire, bisognerebbe rifarsi ad un calcolo che implica numerose variabili come (a parte da quando),  il numero delle dosi distribuite, quali tipi di vaccino avremo a disposizione, i tempi fra la prima dose ed il richiamo… Insomma, una serie di ‘eventualità’ che, almeno chi ha la responsabilità di gestirne la distribuzione (vedi il commissario Arcuri), dovrebbe già aver considerato. Speriamo che sia Sileri a non essere a conoscenza e non il contrario: che ancora non è stato organizzato nulla!

Tuttavia, come è ovvio che sia, Sileri tiene a precisare che “noi dobbiamo pensare prima ai fragili: è lì che andrà ottenuta la massima protezione”.

Sileri: “Se farò il vaccino? Sì, ma dopo la popolazione a rischio”

Alla domanda delle ‘cento pistole’, se anche Sileri si vaccinerà contro il coronavirus, il viceministro spiega “Il vaccino non lo farò a gennaio perché le dosi che arriveranno inizialmente dovranno essere riservate alla popolazione a rischio”. Tuttavia, Sileri tiene a chiarire che “Noi politici al Governo non siamo più importanti di tanti altri. Io non sono più importante di un medico di pronto soccorso o di medicina generale. Quando ci saranno le linee guida sull’assegnazione delle dosi in base alla priorità per rischio, quando sarà il mio turno, lo farò”.

Max