In Alto Adige le seconde case vietate ai non residenti, “Troppi turisti”

    In Alto Adige vige la regola del cosiddetto “heimat”, termine tedesco che, con qualche difficoltà, può essere tradotto in italiano come “patria” ma anche come “casa”. Sì, perché in questo caso è proprio di case che si parla. La giunta provinciale di Bolzano ha infatti deciso di spezzare i sogni dei tanti turisti che vorranno acquistare una seconda casa in Alto Adige e di destinare questa pratica ai soli residenti.  Una decisione che nasce per il troppo flusso di turisti; tutte le nuove costruzioni e le ristrutturazioni sono dunque ora riservate ad acquirenti che risiedono da almeno 5 anni o che almeno hanno avviato un rapporto di lavoro in Alto Adige.?Il provvedimento vale nei comuni ad alta densità turistica, dove oltre il 10 per cento di abitazioni vengono utilizzate come seconde case. Un elenco che comprende le località più famose (e costose) della provincia di Bolzano: da Corvara in Badia a Selva di val Gardena, da Ortisei a Stelvio. “Vietate” ai non residenti pure le seconde case di San Candido e Dobbiaco, in Alta Val Pusteria, luoghi che hanno fatto sognare milioni di italiani e scelte da molti registi per le loro sceneggiature.
    Le ragioni di questa decisione le hanno spiegate il governatore Arno Kompatscher e il suo vice Richard Theiner: “L’aumento delle seconde case rende molto difficile per i residenti l’accesso a un’abitazione a prezzo accessibile”. Insomma la concorrenza di turisti che vogliono prendere casa alzerebbe le quotazioni alle stelle tagliando fuori dal mercato le giovani famiglie. Basta leggere gli annunci degli chalet in val Badia o in val Gardena (che vengono infatti pubblicizzati sui mercati internazionali) per rendersene conto. Misure simili sono state prese anche in altre zone delle Dolomiti (ad esempio in Trentino) ma non così drastiche. Il provvedimento della Provincia di Bolzano è valido fino al 31 dicembre 2019 quando l’elenco dei comuni verrà ridefinito. E il governo cosa dice? L’assessore Theiner fa sapere che la legge contro la “svendita del territorio” non è stata impugnata di fronte alla corte costituzionale.