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In Campidoglio l’incontro ‘Banche del tempo, una risorsa per Roma’: “Il tempo, un diritto in ottica di genere”

Le banche del tempo sono ormai da tempo una realtà operante nel nostro paese e nella nostra città, come testimonia l’incontro a cui ho partecipato oggi in Campidoglio per il quale voglio ringraziare Andrea Catarci, assessore al Personale, Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 Minuti, Claudia Pappatà, consigliera dell’Assembla Capitolina, Maria Luisa Petrucci, presidente del Coordinamento BdT di Roma.

Il confronto che si è sviluppato mi ha offerto lo spunto per ripensare al momento in cui le banche del tempo hanno incominciato a svilupparsi a Roma, come parte di un nuovo modello di gestione della pubblica amministrazione segnata dalla volontà di aprirsi alle cittadine e ai cittadini e di offrire loro nuovi modelli di condivisione e di partecipazione attiva.

Il pensiero è immediatamente andato al ricordo di Mariella Gramaglia, che fu protagonista di quella stagione anche come assessora del Comune di Roma, dando vita tra le altre innovazioni al Piano dei tempi e degli orari.

L’intuizione di quella stagione e di quella amministrazione, in cui ricordo Gramaglia era assessora alle Pari Opportunità, era quella di offrire nuovi spazi e più tempo a disposizione per tutti ma soprattutto alle donne. Di elaborare un’idea innovativa di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, mettendo maggiormente al centro la cura e le relazioni all’interno della comunità.

Oggi il compito complicato ma affascinante che ci sta di fronte è quello di ripensare in chiave attualistica quella prospettiva di utilizzo più pieno e soddisfacente del nostro tempo anche in un’ottica di genere e di pari opportunità. Per farlo possiamo guardare allo spirito che fu alla base di questo strumento allora tanto innovativo che partiva da un’ambizione di libertà e di autodeterminazione.

Se le banche del tempo ci permettono di dedicare più tempo alla ‘cura’ pensiamo a come questo tempo possa essere utilizzato non solo nel privato ma soprattutto nelle relazioni sociali, nella riappropriazione collettiva di uno spazio comunitario che anche a causa della pandemia rischia di restringersi sempre di più.

Le sfide del futuro sono tante, tra queste va messo in primo piano un più ampio ricorso alla pratica dello smart working, che consente risparmio di tempo e migliore conciliazione del lavoro con la vita, non solo privata ma anche sociale“.

Lo dichiara in una nota la presidente della Commissione capitolina Pari Opportunità Michela Cicculli

Max