IN MANETTE IL RISTORATORE DEI VIP E SIGILLI AL NOTO LOCALE DEL CENTRO STORICO: INTESTAZIONE FITTIZIA DI BENI, RICICLAGGIO E AUTORICICLAGGIODI DENARO DI PROVENIENZA ILLECITA

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    Un’ascesa irrefrenabile nel mondo della ristorazione: il suo ristorante romano di Via Giulia, ‘Assunta madre’, era divenuto infatti ‘a la page’, un punto di riferimento per vip e la ‘bella gente’ della Capitale. Un’azienda divenuta una vera e propria ‘griffe’, al punto di replicarla in breve tempo in altri ambienti di prestigio di città come Milano, Londra e Barcellona. E non solo, come emerso dalle intercettazioni effettuate dagli investigatori, il noto imprenditore partito da Terracina molti anni fa, era prossimo a ’’Fare un’operazione a Montecarlo seria e importante’’. Ma oggi, accusato di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggiodi denaro di provenienza illecita, con l’operazione ‘Nettuno’, il facoltoso imprenditore è finito agli arresti insieme ad altre 5 persone: i figli di 27 e 25 anni (entrambi ai domiciliari), un imprenditore e un commercialista (anch’essi ai domiciliari), il direttore di una filiale romana della Banca del Fucino (in custodia cautelare in carcere). L’imprenditore a quanto riferito, in quanto pregiudicato per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione aggravata, già coinvolto in contesti associativi e destinatario di misure di prevenzione a causa dei suoi rapporti mai cessati con esponenti di spicco della criminalità organizzata, era da tempo ‘monitorato’ dalle forze dell’ordine’. Indubbie la sue capacità imprenditoriali, in virtù delle quali è riuscito ad avviare numerose e redditizie attività commerciali (oltre la fortunata catena dei rinomati ristoranti ’Assunta Madre’), e notevoli investimenti immobiliari, sfruttando l’indigenza dei vari prestanome, ai quali aveva intestato i suoi beni. Inoltre, attraverso l’analisi sui conti correnti della rete delle società e dei prestanome, gli uomini Gruppo Investigativo Antiriciclaggio, hanno potuto ricostruire i forti flussi finanziari, rilevando come i proventi illeciti siano stati riciclati in attività imprenditoriali ed immobiliari. Gli investigatori hanno riferito che le attività illecite dell’imprenditore sono maturate e realizzate in un contesto associativo, dai quali sono maturati dei rapporti qualificati e privilegiati intrattenuti dall’indagato con esponenti della criminalità organizzata, come emerso nel corso delle indagini da intercettazioni telefoniche e ambientali. In particolare, determinante nel disegno criminoso è stato l’apporto fornito dal commercialista e dal direttore di banca, raggiunto dal provvedimento restrittivo per aver riciclato 888.244,36 Euro, provento derivante dalle attività illecite dell’indagato principale. L’operazione ha ovviamente comportato anche il sequestro preventivo di diversi beni. I provvedimenti cautelari rappresentano la sintesi e il punto di incontro di un’indagine, condotta, in una prima fase dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Roma e, successivamente, dal Gruppo Investigativo Antiriciclaggio del Nucleo Speciale Polizia Valutaria, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma.