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“In un rimpasto di governo il primo che andrebbe cambiato è proprio Conte”, afferma Calenda

I ministri hanno dei poteri che sono attribuiti e non possono essere tolti. Quando tu costruisci una struttura parallela, piramidale, dove c’è Conte sopra, due ministri sotto, sei manager e 300 persone sotto, è inevitabile che tutta questa struttura vada in conflitto, perché i ministri devono firmare gli atti che sono decisi da altri”.

Non ci è certo andato giù leggero il leader di Azione, Carlo Calenda, intervento oggi su La7.

Lo spunto per questa ‘legittimo’ commento, segue una risposta che Calenda ha dato rispetto ad un eventuale – invocato da ‘tutti’ – rimpasto: “Quando cominci un rimpasto, raramente va a finire bene. Conte la pensa come me? Io penso invece che è Conte che non vada bene e che è proprio lui che vada cambiato”.

Calenda: “Il modo in cui Conte affronta il Recovery finirà per bloccarlo”

Quindi, forte anche della sua passata esperienza da ministro dell’Economia, rispetto al premier, il numero uno di Azione ha anche avvertito che ”Questo modo di affrontare il Recovery plan, lo bloccherà. Io avevo invece suggerito di far fare questo lavoro ai ministri, perché se i ministri non sono in grado di fare questo lavoro, bisogna cambiarli e mettere alla presidenza del consiglio un’unità di missione che controlli l’applicazione del Piano e rimuova gli eventuali nodi strutturali. Se invece tu continui a costruire sovrastrutture di sovrastrutture, crei un gran macello”.

Calenda: “Capacità politiche di Di Maio? Brunetta ha smaltito il lockdown”

Infine, giustamente, Calenda – soprattutto alla luce di quanto accaduto, e ciò che sta accadendo – ha commentato con ovvia ironia le affermazioni di Renato Brunetta (deputato e responsabile economico di Fi), che ha lodato le ‘virtù politiche’ di Di Maio:  “Secondo me – ha sbottato Calenda – è l’effetto del lockdown, oppure una conseguenza del vaccino”.

Max