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    Interessante analisi e focus sul territorio “Il turismo nei borghi come volano per l’economia e lo sviluppo del territorio” grazie allo studio de “Il Borgista.it”

    Il futuro del turismo è nei borghi d’Italia che sono diffusamente numerosi sul territorio. La dicotomia tra il globale e il locale, in voga da molti anni or sono, è risolta in una visione di vincente e felice combinazione tra la domanda e l’offerta, già ravvisabile nei cambiamenti globali in atto. Le aree territoriali o per usare un inglesismo i cluster, ovvero luoghi di alto profilo storico, ambientale e paesistico, artistico ed anche legati all’ospitalità e alla buona cucina, le visite in queste comunità locali possono essere fruite da un turismo dinamico e giovanile attento all’ambiente e alla cultura. Coniugare pertanto il bisogno della tutela ambientale con la diffusiva comunicazione on-line è di fatto la trasformazione dell’offerta itinerante e pienamente digitale, per comuni, provincie, comunità montane, aree protette e fino alle Regioni tutte del Belpaese. Nuove frontiere che vedono – si legge in – “Il Borghista” portare nuove “sfide agli Amministratori di borghi” e nuove ed “inedite opportunità di crescita e di visibilità”. È una vera e propria missione turistica e una vocazione a cui i Primi cittadini e le rispettive Amministrazioni sono chiamate a sostenere: è una “riconversione delle offerte e dei servizi capace di incontrare le nuove esigenze del turista esperienziale, ma anche del nomade digitale, in un’ottica di sviluppo sostenibile”. Un’occasione da cogliere sin da subito che costituisce a tutti gli effetti un moltiplicatore di vantaggi per tutti gli attori coinvolti nel settore turistico. Mettere in campo azioni concrete per rispondere con immediatezza alle nuove richieste e generare allo stesso tempo ricchezza e lavoro, e preparare le aree territoriali e le comunità ad una cultura dell’ospitalità. Questa maturazione di idee e di una nuova cultura del territorio e del suo bene paesistico scaturisce da un’accurata analisi fatta e divulgata da ilborghista, (www.ilborghista.it). Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo aveva già proclamato il 2017 l’anno dei borghi, registrando un 36% dell’afflusso turistico totale italiano con un “trend in costante crescita del 3% annuo per il 2018 e il 2019”.
    Lo studio osserva come nel 2020 il settore del turismo abbia subito un grave arresto nel trimestre marzo-maggio a causa della pandemia da Covid-19. Sono segnalati importanti dati dell’ISTAT sul Movimento Turistico in Italia che ha registrato un incremento del +6,5% rispetto al 2019 nell’estate 2020, a favore soprattutto delle destinazioni «meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, ossia le località balneari e le grandi città, solitamente caratterizzate da un maggior affollamento» (dati Istat gennaio – settembre 2020, a pagina 5). Un ottimo approfondimento ricco di dettagli e specificità sulla movimentazione turistica rivolta alla scoperta della storia e delle tradizioni legate ai borghi, per la nuova coscienza maturata ed attenta al turismo sostenibile e al rispetto dell’ambiente, tutto inserito in un circuito virtuoso con le comunità ospitanti.
    E conclude l’analisi del Il Borghista sono soprattutto le aree territoriali, soprattutto quei cluster di borghi – che – possono costituire una concreta risorsa per risollevare l’economia e le sorti dei piccoli e medi Comuni e delle loro attività, ancor più ovviamente in questi tempi d’emergenza dovuta al Covid-19.