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Iran, ira Trump: vieta voli e ordina attacco, poi ci ripensa

Ore e minuti di tensione alle stelle tra Stati Uniti ed Iran. Dopo le premesse dei giorni scorsi, la situazione sembra avvicinarsi sempre di più ad una precipitazione molto preoccupante. Infatti, gli Usa hanno vietato i voli civili sullo spazio aereo di Teheran. E Trump ha prima ordinato un attacco e poi ci ha ripensato.

Caos Iran: Trump ordina attacco, ma poi ci ripensa

L’Agenzia federale per l’aviazione civile degli Stati Uniti ha escluso i voli americani dallo spazio aereo dell’Iran, in particolar modo per una fascia che riguarda lo Stretto di Hormuz e il Golfo di Oman.

E’ la decisione che il governo a stelle e strisce ha preso a fronte dell’abbattimento, di cui viene considerata responsabile Teheran, di un drone di sorveglianza americano.

Le limitazioni sono valide, al momento “fino a nuovo avviso” e vengono considerate come provvedimenti presi a fronte delle”accresciute attività militari e all’aumento delle tensioni politiche nella regione, che rappresentano un rischio per le operazioni dell’aviazione civile statunitense e possibili errori di calcolo o errata identificazione”.

Aggiornamento ore 6,13

Le dichiarazioni dell’Amministrazione federale dell’aviazione degli Stati Uniti non lasciano dubbi circa la motivazione di fondo che ha imposto, di fatto, il divieto rivolto ai voli di sorvolare sul cielo iraniano.

“Il rischio per l’aviazione civile statunitense è dimostrato dal lancio di missili terra-aria iraniani per l’abbattimento di un velivolo di sorveglianza americano”, si aggiunge.

Nel frattempo, a livello militare, l’allerta è altissima. I rinforzi bellici statunitensi distribuiti nel Golfo sono in allerta per 72 ore, perchè, negli stessi momenti in cui veniva diffusa la notizia sul blocco dei voli, il presidente Trump avrebbe avallato la scelta di produrre un attacco, per poi però ritornare sui suoi passi.

Questo è quello che emerge, stando alle indiscrezioni giornalistiche provenienti dagli Stati Uniti. Ma ad ogni modo, la possibilità, concreta, di un definitivo ordine di attacco contro l’Iran in seguito all’abbattimento del drone americano sul Golfo di Hormuz resta alta, se non altissima.

Questo è perlomeno quanto presumono alcuni organi di informazione americani come Newsweek che cita alti ufficiali del Pentagono per le quali l’incrociatore di classe Ticonderoga, l’Uss Leyte Gulf, sarebbe in fase di stand-by per le prossime 72 ore.

Aggiornamento ore 9,39

Secondo quanto emerge dalle informazioni raccolte da alcuni autorevoli organi di stampa statunitensi, che raccolgono dati da proprie fonti, le forze militari statunitensi impegnante sul fronte iraniano sarebbero state svegliate circa alle 2 ora locale per colpire “entro un’ora” (le 23 in Italia). L’attacco, però, poi sarebbe stato rimangiato poco dopo.

Nei fatti, non è successo nulla. A quanto pare, sarebbe stato Trump a ritornare sui suoi passi.  Nel frattempo l’Iran ha sostenuto di disporre di documenti probatori “inconfutabili” relativi al fatto che il drone americano abbattuto ieri si trovava nello spazio iraniano, al contrario di quanto sostiene Washington.

A dichiararlo è il ministero degli Esteri di Teheran. Il vice ministro degli Esteri, Abbas Araghchi “ha protestato duramente” per l’accaduto con l’ambasciatore svizzero a Teheran (chiamato a rappresentare in sede gli interessi degli Stati Uniti) chiarendo appunto la sussistenza di prove inconfutabili che il drone ha violato lo spazio aeronautico iraniano”.

Una conferma delle intenzioni di Trump, comunque, arriva anche dal New York Times. Dopo che il drone era stato abbattuto Donald Trump avrebbe detto di sì a operazioni relative ad interventi militari mirati contro l’Iran, per poi ripensarci.

Secondo alcune fonti, intorno alle sette di sera, ufficiali militari americani erano pronti ad eseguire l’ordine dell’attacco dopo il sì definitivo della Casa Bianca. Le stesse fonti dichiarano che il presidente avrebbe prima approvato attacchi contro un nugolo predefinito di obiettivi strategici iraniani, quali radar e batterie di missili. Poi, quanto l’operazione era praticamente in corso in fase iniziale, l’avrebbe annullata.

Aerei erano già in aria e le navi già in posizione: però, per il momento, nessun missile è stato sganciato.

Aggiornamento ore 11.14