Italia spaccata in due per le tariffe rifiuti: nuovi rincari

    Anche sul versante rifiuti l’Italia è spaccata in due. Parliamo nello specifico della bolletta Tari e delle diverse tariffe sui rifiuti, al centro del nuovo report dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva. Partiamo dal nord, dove i bellunesi pagano 153 euro l’anno, ma basta andare sul versante opposto, a Trapani, dove le tariffa schizza a 571: una differenza del 270%. come sempre dunque, abbiamo la fotografia di un’Italia frammentata e diversa in base alle regioni e questo rispecchia soprattutto la gestione più o meno virtuosa della spazzatura nel nostro Paese. Roma è l’unica città del Lazio in cui la tariffa è aumentata nel 2018 (passata da 383 a 394 euro l’anno), Napoli continua a trovarsi nella top 10 delle città più costose con una mazzata annua di 446 euro anche se nell’ultimo anno c’è stato un calo di 2 euro. Rincari anche a Milano (+3,5%) dove la Tari si attesta a 332 euro.
    Le tendenze non cambiano rispetto agli scorsi anni: al Nord si paga di meno (256 euro di media), al Sud di più (357 euro). Il Centro, con 301 euro, è la via di mezzo. Qualche timido segnale positivo però lo si può scorgere: a livello nazionale, infatti, nel 2018 si è pagato lo 0,5% in meno rispetto al 2017: 302 euro in media. Anche se sono più numerose le regioni in cui la tariffa è aumentata rispetto a quelle in cui è diminuita: 10 a 6.?In Basilicata l’aumento da un anno all’altro è stato del 13,5%, tutto da attribuire alla provincia di Matera; dall’altra parte c’è il vicino Molise, dove si è registrato il calo più vistoso: -4,9%, con Isernia che ha toccato il il -6,3% grazie a una buona raccolta differenziata, che sfiora il 57%. La Campania continua ad avere la tariffa più alta del Paese (422 euro), seguita da Sicilia (399 euro) e Puglia (373 euro): tutte e tre le regioni hanno visto aumentare ancora la tariffa nel corso dell’anno. Mentre il Trentino Alto Adige mantiene il primato di regione più economica (188 euro), seguito da Molise (219), nonostante abbia una raccolta differenziata deficitaria con il 28% dei rifiuti separati, e Friuli Venezia Giulia (221).?Come detto Trapani è la città più cara d’Italia. Qui la stangata ha raggiunto livelli da capogiro (+49%), e ha vanificato – a livello regionale – le buone performance di Enna (-13%) e Siracusa (-9%), ma anche Palermo, Messina, Catania e Caltanissetta che sono riuscite perlomeno a mantenere la tariffa invariata. La classifica prosegue con Cagliari (514 euro), Salerno (468) e Trani con 461 euro l’anno. Tra le province più virtuose Belluno è seguita da Udine (160 euro) e Vibo Valentia (180), unica città del sud nella top 10 insieme a Isernia (185).?A un leggerissimo calo della Tari a livello nazionale corrisponde un aumento della raccolta differenziata, che (dati Ispra) dal 2006 al 2016 è passata dal 25,8% al 52,5%. Le regioni più virtuose sono Veneto e Trentino Alto Adige, dove si supera il 70% e Lombardia e Friuli Venezia Giulia dove il 70% lo si sfiora. La Sicilia resta l’unica sotto alla soglia del 20%, mentre Calabria e Basilicata hanno fatto un balzo dell’8% dal 2015 al 2016.