Home SPETTACOLI Jesse Williams: ‘Odio essere un sex symbol!’

    Jesse Williams: ‘Odio essere un sex symbol!’

    “Non amo realmente la parte dell’essere famoso. Certo, penso che ci siano dei benefici, amo il fatto di entrare in contatto con tante persone, di aiutarle ad evadere un po’ dalla loro vita e a vivere meglio, ma in realtà sono anche una persona molto privata. Amo essere molto presente con la mia famiglia, con i miei figli, i miei amici, quindi a volte è difficile per me. Però ci sto provando”.
    L’occasione di vederlo dal vivo per la sue fans, dopo averlo ‘ammirato negli episodi dell’amata serie tv ‘Grey’s Anatomy‘, è l’incantevole contesto sardo del ‘Forte Village’ di Santa Margherita di Pula, dove in questi giorni è protagonista il ‘Filming Italy Sardegna Festival’.

    In ‘Grey’s Anatomy Jesse è anche regista

    E lui, il bellissimo Jesse Williams, fisico scultoreo, carnagione scura ed occhi cerulei, benché conscio della sua fisicità non se la tira anzi, è qui per lavoro, e ci tiene ad essere giudicato per ciò che fa e, soprattutto, come lo fa. “So che è una cosa bella – tiene infatti a sottolineare l’attore americano alla giornalista dell’agenzia di stampa AdnKronos – e per carità nessun problema se accade, ma odio veramente quando vengo definito ‘sex symbol’. Per me è una cosa imbarazzante!”.
    Stasera su Sky andrà in onda l’ultima puntata delle seguitissima serie, e lui oltre che come protagonista, ha anche curato la regia di diverse puntate. Certo questo non basta a fargli cambiare idea, passando dall’altra parte della macchina da presa, anche perché, precisa, “E difficile decidere, io amo tutti e due le cose e forse preferisco fare il regista perché è una cosa nuova per me. Ma amo anche recitare quando c’è un copione nuovo e stimolante”. Ma non c’è una scadenza, anche perché secondo Jesse non è detto che per diventare un buon regista sia necessario esser stato anche un grande attore: “No, sinceramente non credo. Penso che ci siano alcune persone che sono nate per fare quello, che hanno la testa per dirigere le altre e per raccontare storie, condividere le proprie idee e non dover chiedere agli altri il permesso di farlo”.
    Max