Jobs Act: alta tensione nel PD

    “I titoli del job act sono condivisibili. Lo svolgimento meno: ne discuteremo in direzione, ma servono correzioni importanti al testo”. Così il presidente del Pd Matteo Orfini ha criticato la riforma del lavoro in discussione al Senato. Gli fa eco l’ ex segretario Pd Pier Luigi Bersani. “Io mi ritengo una persona di sinistra liberale – afferma – penso ci sia assoluta necessità di modernizzare le regole del lavoro dal lato dei contratti e dei servizi. Ma leggo sui giornali, come attribuite al governo, delle intenzioni ai miei occhi surreali. In alcuni casi si descrive un’Italia come vista da Marte”. “La delega sul lavoro è in corso di perfezionamento: è giusto che il Pd si ritrovi a discutere e definisca la propria posizione”. .Dunque il tema della abolizione dell’art.18 fa discutere i partiti e soprattutto fa alzare i toni del confronto all’interno nel Pd. Se i vicesegretari Serracchiani e Guerini auspicano una ’sintesi’ all’interno del partito, Ma il ministro Poletti chiude: nessuna modifica all’emendamento. A metà della prossima settimana testo sarà in aula al Senato.  La Commissione Lavoro del Senato ha approvato la delega lavoro. Gli otto componenti del Pd in commissione hanno votato sì. Sel e 5stelle hanno abbandonato i lavori della Commissione mentre i parlamentari di Forza Italia si sono astenuti. Il presidente della Commissione Lavoro del Senato e relatore della delega sul lavoro, Maurizio Sacconi, è ’’soddisfatto’’ per l’approvazione del provvedimento in Commissione e afferma che le norme varate rappresentano ’’l’incontro tra due riformismi’’. ’’Mi auguro che entro novembre la legge delega sul lavoro sia consegnata al Governo’’, ha detto Sacconi dopo l’approvazione del Jobs act da parte della Commissione. Martedì il testo sarà in Aula. Entro dicembre, secondo Sacconi, potrebbero essere pronti i primi decreti delegati.  “E’ assolutamente indispensabile che il governo dica al Parlamento cosa intende fare nel decreto delegato sul lavoro, perché si parla di cose serie”. Lo dice il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini al termine della segreteria del partito. A chi gli domanda se il Pd si ritroverà unito sulla riforma del lavoro, risponde: “Assolutamente sì, lavoriamo per farlo”. “Confidiamo, e non a caso la direzione è convocata il 29 settembre, che si possa trovare il luogo della sintesi” sulla riforma del lavoro “proprio all’interno del Partito democratico, un partito che ha dimostrato maturità proprio quando si pensava si sciogliesse come neve al sole, come sulle riforme”. Così risponde Debora Serracchiani, vicesegretario del Pd, a chi la interpella sulle divisioni interne al partito sul Jobs act.”Non è previsto” che il Governo “faccia correzioni sul testo, adesso c’è il lavoro parlamentare”, ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, rispondendo a una domanda su eventuali modifiche all’emendamento al Jobs Act. Il ministro ha anche aggiunto di essere “fiducioso” che il testo passi in Parlamento. Secondo Poletti, “non è mai stata in discussione la questione del reintegro per il licenziamento discriminatorio, l’emendamento non ne parla”. “Leggete delega e emendamento, lì c’è scritto quello che pensa il Governo. Poi vedremo nei decreti attuativi”. Così il ministro Poletti rispondendo alla domanda se sarà eliminato l’art.18. Il ministro ha precisato che sull’emendamento del Governo “si sono esercitati con molte interpretazioni, alcune legittime altre fantasiose”. Poi ha spiegato, riguardo alle interpretazioni estreme, che “quando si prevedono gli estremi non ci si piglia mai, gli estremismi non corrispondono alla sostanza”. 

     

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