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Junior Cally poteva diventare calciatore e giocare nel Perugia: un sogno spezzato dalla malattia

Junior Cally è uno degli artisti più chiacchierati, e a tratti contestati, di Sanremo 2020. I suoi testi forti, le immagini crude e l’identità misteriosa hanno alimentato voci e critiche. Il rapper di Fiumicino, al secolo Antonio Signore, ha risposto con un’esibizione in grado in pochi minuti di colpire bersagli multipli, al di là degli schieramenti.

Una mitragliata sulle critiche, che comunque ancora imperversano, soprattutto da parte di una folta schiera di donne che non gli perdonano una strofa violentissima contenuta in un suo vecchio brano. Ci si è messo poi anche Salvini ad attaccarlo: Junior Cally ha risposto sul campo. Ops, sul palco. Il lapsus però non è casuale, perché il ragazzo sognava di fare il calciatore.

Junior Cally, la malattia e il sogno infranto

Prima di diventare Junior Cally Antonio era un ragazzino come tanti altri. Amava il pallone, tanto che stava per fare addirittura il salto in una società professionistica. Certo, il percorso sarebbe stato poi lunghissimo, perché a 14 anni le certezze sono minime, ma approdare in un club come il Perugia, squadra che lo voleva, sarebbe stato comunque un bel traguardo. La storia è stata resa nota da un’intervista a La Stampa.

Un sogno infranto da una rara malattia con cui Junior Cally ha combattuto dall’età di 14 anni fino ai 18. I medici hanno impiegato del tempo a capire cosa fosse, poi la diagnosi: piastrinopenia, una malattia autoimmune che riduce la quantità di piastrine del sangue. Un duro colpo da affrontare per un ragazzo così giovane, che ha dovuto abbandonare il sogno di diventare un calciatore concentrandosi così sulla musica.