Kazakistan, seggi aperti per le presidenziali: 12 milioni al voto

(Adnkronos) – Dall’inviato dell’Adnkronos Piero Spinucci
 

Al via le operazioni di voto in Kazakistan dove oggi si tengono le settime elezioni presidenziali dal 1991, anno dell’indipendenza dell’ex repubblica sovietica. Secondo i dati forniti dalla commissione elettorale, sono 10.101 i seggi allestiti in tutto il Paese e 68 all’estero, mentre gli elettori registrati sono 11.950.485. Si potrà votare dalle 7 alle 21 (dalle 2 alle 16 ora italiana). Sulla scheda, oltre al nome del presidente Kassym-Jomart Tokayev, grande favorito della vigilia, ci sono altri cinque candidati tra cui due donne, più o meno noti ma tutti con pochissime chance. Gli elettori potranno scegliere anche l’opzione “contrario a tutti”: sbarrandola si dichiara la propria insoddisfazione per tutte le candidature proposte. Ma attenzione, questo dato non sarà calcolato se non ai fini dell’affluenza. 

Sulle operazioni di voto, assicurano dalla commissione elettorale, vigileranno 641 osservatori da 10 organizzazioni internazionali e 35 Stati, tra cui almeno due italiani. Per essere eletto presidente, il candidato dovrà raccogliere il 50% più uno dei consensi. In caso contrario sarà fissato un ballottaggio entro due mesi dal primo turno, ma la possibilità sembra abbastanza remota: dal 1991 non si è mai tenuto. Quelle odierne sono elezioni anticipate, dato che la scadenza naturale sarebbe stata nel 2024. Dopo il referendum costituzionale di giugno scorso, il mandato presidenziale è stato esteso a sette anni ma non è più rinnovabile. 

Per ottenere il via libera alla candidatura bisogna essere cittadini kazaki per nascita, avere almeno 40 anni, parlare correntemente la lingua kazaka, vivere nel Paese da 15 anni, avere un’istruzione superiore, non avere precedenti penali ed essere sostenuti da almeno l’1% dell’elettorato, in rappresentanza di almeno due terzi degli oblast, delle città più rilevanti e della capitale (circa 118mila firme). Eventuali ricorsi potranno essere presentati solo dal presidente, dai capi dei rami del Parlamento, dal primo ministro o da un quinto dei deputati. 

Tra i candidati respinti figurano Balli Marzec, che ha doppia cittadinanza polacca e kazaka, e Inga Imanbai, moglie del leader del partito democratico del Kazakistan (non registrato), Zhanbolat Mamai. Il motivo è il mancato rispetto della legge “sulle elezioni”. Marzec, che si autodefinisce leader dell’opposizione del Kazakistan all’estero, non risiede nel Paese da 15 anni, mentre Inga Imanbai non ha 40 anni. Un altro candidato, Amirzhan Kosanov, arrivato secondo alle elezioni del 2019, ha improvvisamente dichiarato di non candidarsi alla presidenza, spiegando la sua decisione con il fatto che la coalizione democratica, di cui è membro, voleva nominare un altro candidato e non era disposto a competere con lui.