Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Khaby Lame: “Il muto è un linguaggio universale. Il successo? Ho costanza....

Khaby Lame: “Il muto è un linguaggio universale. Il successo? Ho costanza. Vorrei fare l’attore”

Sebbene sia giunto in Italia dal Senegal quando aveva appena un anno (“Papà aveva trovato un lavoro qui e si era portato dietro la famiglia. È arrivato in aereo, è stato detto. Allora non sei arrivato con un barcone come gli altri migranti? Spero! mi hanno detto che era un aereo”), qui (a Chivasso, nel torinese) è cresciuto e si è formato, e dunque si sente italiano. In questi suoi 21 anni di vita non ha mai subito episodi di razzismo, sogna di fare l’attore e, stando al successo che è riuscito a raccogliere sui social (terzo al mondo su Tik Tok con ben 77.000.000 di follower), grazie alle sue gag surreali, stile Mr Bean, oggi Khaby Lame è l’italiano più seguito su Instagram.

Khaby Lame: “Mai sofferto il razzismo. Le difficoltà a studiare ed il lavoro in fabbrica…”

Certo, non ha avuto un’infanzia agiata (“Tutti pensano che le case popolari siano brutte, abitate da brutta gente, ma io ci sono stato benissimo. Il razzismo? Mai visto, mai sentito, con me tutti sono sempre stati gentili, ci aiutavamo sempre fra di noi”), e la dislessia relativa alla capacità di fare i calcoli, inizialmente a scuola non lo ha aiutato: “Mi hanno bocciato due volte” dice, ma comunque è riuscita a terminarla. Pii, racconta Lame, “ho iniziato a fare mille lavoretti. Cameriere, muratore, lavavetri, facevo di tutto pur di guadagnare”. Quindi l’assunzione presso una fabbrica dove, rivela, “Mi annoiavo,  io sono sempre stato un tipo allegro, solare, la fabbrica non era il posto per me”.

Khaby Lame: “Ho iniziato su YouTube ma all’inizio noni vedeva nessuno…”

E come spesso capita, la fortuna di Khaby viene da un colpo di sfortuna quando, con il primo lockdown, perde il posto di lavoro. Poco male però perché, ‘costretto’ a restare chiuso in casa, può dedicarsi completamente a una sua passione: “Avevo cominciato qualche tempo prima con i miei amici, facevamo dei video che mettevamo su YouTube, ma non li vedeva nessuno, tredici, quattordici visualizzazioni. Li vedevamo solo noi”.

Khaby Lame: “Il muto è un linguaggio universale, se vuoi comunicare con tutti non devi parlare”

Ma come ama ripetere, per arrivare dove ci si è prefissi di arrivare, ci vuole tanta costanza: “Non essermi arreso. Le persone a volte rinunciano a fare le cose che amano perché si fanno condizionare dal giudizio degli altri”. Infatti perseverando la svolta non tarda ad arrivare, con i suoi video che iniziano a piacere sempre di più: la sua mimica funziona e, spiega, “Il muto è un linguaggio universale, se vuoi comunicare con tutti non devi parlare”. Debutta su Tik Tok, ed è la svolta.

Khaby Lame: la collaborazione col noto agente e l’esplosione del successo negli Usa

Altra mossa azzeccata, Lame contatta Alessandro Riggio, noto agente di influencer famosi, che riconosce le sue straordinarie potenzialità. Così, contemporaneamente all’ascesa di Khaby, l’agente riesce a ‘promuoverlo’ come merita. Tanto è che oggi il 21enne è richiestissimo negli Usa, dove tutti vogliono conoscerlo di persona. Ma c’ un ‘paletto’: Lame ha il passaporto senegalese, non italiano, e dunque al momento gli Usa non gli hanno concesso il visto.   

Khaby Lame: “Non mi serve un pezzo di carta per farmi dire che mi sento anche italiano”

Dunque, il passo successivo, è quello di ottenere finalmente la cittadinanza italiana anche se , ripete Khaby, “Non mi serve un pezzo di carta per farmi dire che mi sento anche italiano. Senegalese e italiano” ad ogni modo, spiega, “quando ce la farò sarò uno dei primi che cercherà di aiutare tutti quelli che sono nelle mia situazione”.

Khaby Lame: “Amo i miei hater, sono i fan numero uno, come farei senza di loro…”.

Ma Khaby è un positivo (“Continuo a pensare a come far ridere le persone”), non a caso riesce a ridere persino di chi lo odia. Come nel caso degli ‘haters’: “Li adoro, quelli mi seguono sempre, guardano ogni mio video cercando un errore per mettermi in difficoltà. Sì, voglio bene ai miei hater, sono i fan numero uno, come farei senza di loro…”.

Max