L’ALLARME: SUA MAESTÀ IL LEONE È A SERIO RISCHIO ESTINZIONE. NE RESTANO APPENA 20MILA INDIVIDUI

La campanella d’allarme suona l’ultimo giro, siamo verso la strada di non ritorno: il leone, il più grande felino esistente, è a serio rischio estinzione. Questa meravigliosa creatura dai modi felpati e dalla folta criniera è ormai al lumicino, ‘cancellati’ da tutto il Nord Africa, oggi i leoni sono infatti a forte rischio anche nell’Africa occidentale, dove ‘sopravvivono’ sparute colonie, equivalenti a poche centinaia di individui. Letteralmente macellati dalla spietata avidità di ricchi cacciatori di trofei, in nemmeno un secolo sono stati polverizzati. Come rivelano gli studi eseguiti su tre quarti delle popolazioni di grossi felini, negli ultimi 21 anni (che equivalgono a tre loro generazioni), ne abbiamo perso ben il 42%. Sulla scia della Giornata Mondiale che il Wwf ha dedicato ai leoni per amplificarne il rischio estinzione, l’Iucn ha rilevato che (in un’area oggi ristretta all‘8% rispetto a quella vissuta originariamente), attualmente in Africa vi siano circa 20mila leoni, ormai estinti in ben 12 Paesi dell’Africa subsariana. Va anche premesso che in tutto questo, in Africa il leone è praticamente assente al di fuori delle aree protette, tranne che nel Sud-Africa dove ‘qualcosa di buono sta accadendo’, grazie ai progetti di ripopolamento, funzionali anche all’ecoturismo. A rappresentare il maggiore rischio dell’estinzione del leone, è la distruzione del suo habitat, conseguente al conflitto con le comunità locali e dal bracconaggio. C’è poi da sottolineare che (così come capita anche per le tigri), spesso le ossa dei leoni sono ricercatissime ed impiegate nella medicina tradizionale. Ormai leggendario, il suo ruggito è una fondamentale forma di comunicazione, essendo capace di essere udito fino a 8 km di distanza, permettendo così al branco di poter meglio gestire l’area di sua pertinenza. E’ vero che notoriamente i leoni sono essenzialmente grandi carnivori (ma attenzione: è la femmina che caccia) tuttavia, qualora servisse, non hanno problemi ad integrare la loro dieta con alcune verdure. Lo hanno dimostrato alcuni ricercatori i quali, studiando a lungo i leoni del deserto del Kalahari, hanno scoperto che spesso mangiavano anche zucche selvatiche, probabilmente anche per dissetarsi. Forse molti non sanno che il leone non è soltanto il re del continente africano, ma che esiste anche una sottospecie in Asia: la ’Panthera leo persica’ (anch’essa purtroppo in via di estinzione). Ridotto a poche centinaia di esemplari, il leone asiatico è più piccolo e più chiaro di quello africano, ed ormai vive soltanto in India, all’interno del Parco Nazionale di Gir.
M.