L: STABILITA’: COMUNI, REGIONI, SINDACATI CONTRO CON L’INCOGNITA EUROPA

    Gianni Alemanno presidente del consiglio nazionale dell’Anci, Guido Castelli sindaco di Ascoli Piceno, Alessandro Cattaneo vice presidente Anci, Paolo Perrone sindaco di Lecce, Attilio Fontana sindaco di Varese, Filippo Bernocchi delegato Anci, Roberto Pella responsabile Sport Anci.”La manovra economica presentata dal Governo Renzi rappresenta un vero tradimento nei confronti dei comuni italiani” hanno dichiarato in una nota congiunta  “Sono finite le illusioni – continua la nota – di un ’governo dei sindaci’ guidato da ex-primi cittadini che doveva salvaguardare il ruolo delle citta’ dopo dieci anni di manovre fatte di tagli di risorse e di incremento dei vincoli del patto di stabilita’. La legge di stabilita’ – aggiungono – se non verra’ sostanzialmente modificata, conferma la linea dei precedenti governi e fara’ cadere molti comuni in default, a meno di non operare un taglio insostenibile di servizi essenziali e/o un altrettanto insostenibile aumento delle tasse locali. Non possiamo tollerare le bugie di chi dice di voler abbassare le tasse a carico degli italiani quando poi, di fatto, costringe gli enti locali a farlo. Per questo chiediamo al presidente dell’Anci, Piero Fassino, di farsi interprete di questo disagio anche in vista del Congresso nazionale di Milano, in cui i comuni non potranno non fare un bilancio impietoso del loro rapporto con il Governo di centrosinistra”.dalla Conferenza delle Regioni che si riunira’ in via straordinaria domani alle 18,30, si apprende che Il Governo  ha convocato le Regioni per giovedi’ mattina alle 8 per discutere della Legge di stabilita’. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, parlando con i giornalisti ha affermato: “Penso che ci siano cose che vanno maneggiate con cura. Il Partito della nazione ha echi che non vanno bene”.  “Diverso e’ dire – ha proseguito – che dopo una lunga stagione di crisi della politica c’e’ bisogno di ricostruire in questo Paese una dimensione di partecipazione politica, una dimensione dei partiti”. “Se dovessi scegliere io – ha concluso – non mi verrebbe Partito della nazione come idea”. “Penso – ha poi aggiunto Camusso – al ritardo del pagamento e quindi agli introiti fiscali che da li’ derivano, penso a tante norme che man mano troviamo che danno l’idea che intanto non e’ di semplificazione ma di complicazione e – ha proseguito commentando la manovra – sposta tutti gli interventi positivi sul versante delle imprese senza neppure proporre dei vincoli rispetto al tema degli investimenti e dell’occupazione”. “Direi – ha concluso – che siamo di fronte all’idea di elargizione di risorse a pioggia che abbiamo gia’ conosciuto nella storia recente del nostro Paese e che non determinano ne’ risultati di innovazione ne’ di occupazione”. Resta l’incognita del giudizio sulla manovra da parte della commissione europea. Da Bruxelles potrebbe arrivare la richiesta di una correzione del debito strutturale che dovrebbe passare, nel prossimo anno, dallo 0,1%images-10.jpeg allo 0,5%, con una maggiorazione complessiva di 8 mld.