Home SPETTACOLI La Abbagnato ha sbagliato? I sindacati molto di più

    La Abbagnato ha sbagliato? I sindacati molto di più

    Nell’ambito degli enti lirici, ma non solo, la vicenda di Eleonora Abbagnato, direttrice del corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, ‘denunciata’ pubblicamente dalle Rappresentanze unitarie sindacali per aver ‘maltrattato’ i suoi ballerini nel corso di una sessione di prove, ha suscitato reazioni forti e contrastanti.
    Tralasciando ora ‘i tribunali social‘ dove solitamente i primi a puntare il dito sono per lo più persone che nella vita non dovrebbero nemmeno uscire di casa, l’agenzia di stampa AdnKronos ha raggiunto Giusepe Picone che, come la Abbagnato, ha scelto di rinunciare ad una carica all’estero per tornare a dirigere un ente italiano, che nel suo caso è il prestigioso San Carlo di Napoli.
    “Eleonora Abbagnato ha forse sbagliato – afferma Picone – Un direttore artistico deve poter moderare il proprio linguaggio. Ma il comportamento della Rappresentanza Unitaria Sindacale è scandaloso e riprovevole. Un fatto gravissimo. Sarebbe bastato convocare la direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma e parlarle. E poi ricordo che una comunicazione interna non dovrebbe uscire dal Teatro, quelle carte non potevano essere ‘pubblicizzate’. Sono quasi convinto che ci sia dietro un disegno preciso“. Affermazioni, quelle del direttore artistico in carica nel capoluogo campano, che avvalorano il sospetto che dietro tale ‘clamore mediatico’ vi sia una precisa ed attenta regia, evidentemente volta più a sfasciare che a ricucire. “E’ vero che un direttore deve poter dare l’esempio dinanzi ai suoi danzatori, ma Eleonora sta facendo moltissimo per la ‘crescita’ della compagnia del ‘Costanzi’ – spiega infatti Picone – Spettacoli, tournée, autori nuovi e coreografi contemporanei, mai giunti nella capitale come Baryshnikov, Preljocaj, Millepied, Bertaud…. Un lavoro importante, non solo per Roma, ma anche per la danza che tutti noi dobbiamo continuare a difendere soprattutto negli enti lirici. Troppi complessi, da Firenze a Verona, hanno già chiuso. Non possiamo permetterci la dismissione di altri corpi di ballo”.
    Max