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“La dieta mediterranea migliora la risposta ai vaccini con stimolazione linfocitaria”, Maggi (Cnr)

Più volte è stato associato lo stato di salute di un individuo all’alimentazione e, con il passare degli anni, nuove ricerche hanno consentito agi scienziati di attribuire addirittura una sorta di potere ‘curativo’ rispetto alla dieta da seguire.

Ne ha parlato, rivelando notizie preziose ed interessanti, oggi a Brindisi la presidente della Fondazione dieta mediterranea e dirigente di ricerca Cnr dell’Istituto di Neuroscienze, sezione di Padova, Stefania Maggi, intervenendo all’evento ‘Invecchiamento di successo: ruolo dei vaccini e stili di vita’, organizzato da HappyAgeing (Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo) con la Fondazione dieta mediterranea, grazie al patrocinio del Comune di Brindisi e di Federsanità Anci Puglia e con il contributo non condizionante di Sanofi.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “La dieta mediterranea migliora la risposta ai vaccini con stimolazione linfocitaria”

Ebbene ha informato la Maggi, “Uno studio pubblicato in questi giorni su Nature, mostra che la dieta mediterranea migliora la risposta ai vaccini con stimolazione linfocitaria. Sono evidenze fondamentali quando parliamo di promozione della salute. Il consumo di frutta e verdura secondo le 5 porzioni al giorno aumenta la risposta anticorpale al vaccino anti-pneumococcico negli anziani, soprattutto in quelli non già vaccinanti precedentemente”.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “Probiotici e prebiotici, che stimolano la flora intestinale, hanno un impatto positivo sulla risposta vaccinale”

Per fare un esempio, ha spiegato la presidente della Fondazione dieta mediterranea e dirigente di ricerca Cnr dell’Istituto di Neuroscienze, sezione di Padova “Sull’impatto dell’alimentazione sul vaccino per l’influenza, una metanalisi su circa 2.000 persone mostra che l’utilizzo di probiotici e prebiotici, che stimolano la flora intestinale, ha un impatto positivo sulla risposta vaccinale. Inoltre, nell’anziano immunocompromesso fornire alimenti probiotici in ambito di una dieta variegata, dà risposte migliori rispetto al singolo supplemento”.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “La dieta ricca di fibre e i cibi fermentati, hanno impatto positivo anche sul sistema immunitario”

Studi e ricerche che allargano gli orizzonti conoscitivi della scienza, affinando le conoscenze sui meccanismi molecolari e biologici che associano alimentazione e patologie. Come spiega infatti l’esperta, “La dieta ricca di fibre e i cibi fermentati (yogurt e formaggi stagionati), componenti della dieta mediterranea hanno impatto positivo sia sul microbiota intestinale che, direttamente, sul sistema immunitario. I cibi fermentati alimentano in particolare la biodiversità del microbiota, cambiano il tipo di batteri intestinali a vantaggio dei positivi che riducono l’infiammazione di basso grado, tipica dell’invecchiamento, che riduce la risposta immunitaria (immunoscenza)”.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “L’alimentazione è un intervento medico anche in fase di prevenzione delle malattie”

Come spiega ancora la Professoressa Maggi, a confermare l’impatto dell’alimentazione sulla salute è stato comprovato da numerosi e ripetuti studi eseguiti con un tipo di vitamina, o solo un tipo di fibre. “E’ la combinazione dei cibi e il pattern dietetico a dare i risultati sulla risposta immunitaria. Non va bene nemmeno che un anziano assuma proteine in un singolo pasto. L’apporto proteico, ad esempio, deve essere distribuito con equilibrio e fare parte dalla composizione di tutti pasti. L’alimentazione è un intervento medico anche in fase di prevenzione delle malattie, ma deve essere un approccio globale di alimentazione, non di un singolo componente”.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “Il malfunzionamento del sistema immunitario aumenta il rischio infezioni e la scarsa risposta al vaccino”

Dunque, avverte ancora l’esperta, in un anziano la malnutrizione ne peggiora lo stato di salute. In tal senso la perdita di massa muscolare (sarcopenia), indica carenza di micronutrienti e proteine. “Viene spesso trascurata la carenza di minerali, che è fondamentale per il buon funzionamento del sistema immunitario, il cui malfunzionamento aumenta il rischio infezioni e la scarsa risposta al vaccino. A loro volta, le infezioni, riducono l’assorbimento dei nutrimenti e riparte il circolo vizioso”.

Cibo e difese immunitarie, l’esperta: “Sedentarietà e cattiva alimentazione, un impatto negativo non solo sull’incidenza ma anche sulla prognosi del Covid”

Ora Covid a parte, va detto che per tutte le patologie infettive c’è da parte dei ricercatori motivo di studio per cercare di individuare i singoli fattori che aumentano la vulnerabilità per una riduzione delle difese immunitarie. “Da tempo è noto che sedentarietà, dieta occidentale con zuccheri aggiunti, cibi processati, stress, disbiosi intestinali, disturbi del sonno, hanno un impatto negativo non solo sull’incidenza ma anche sulla prognosi, ad esempio, del Covid”, spiega la Professoressa Maggi, tenendo così a rimarcare che, oltre  all’alimentazione, sia lo stile di vita, che l’esposizione agli inquinanti, hanno un ruolo sulla salute: “L’obesità – afferma ancora l’esperta – fattore di rischio sicuro per prognosi negativa del Covid è una causa di patologie croniche metaboliche cardiovascolari e neoplastiche, ma anche di malattie infettive e di diminuita risposta al vaccino. Nel caso di tetano influenza covi epatite B: ci sono indicazioni solide sui meccanismi biologici e molecolari per la ridotta efficacia del vaccino: infiammazione cronica e carenza di micronutrienti nell’obeso”.

Max

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Max Tamanti